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REPORT ESCLUSIVO – Evoluzione strategica delle capacità spaziali militari statunitensi: tecnologie antispaziali e dinamiche di potere globali nel 2025

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ESTRATTO

Nel 2025, gli Stati Uniti si ergono come leader indiscussi nella capacità militare spaziale: un dominio radicato in decenni di innovazione, affinato dalle esigenze della Guerra Fredda e continuamente ridefinito attraverso la dottrina strategica e le minacce emergenti. Questa ricerca esplora l’evoluzione dell’architettura controspaziale statunitense con una prospettiva focalizzata sulle molteplici tecnologie, i quadri istituzionali e le realtà geopolitiche che plasmano l’attuale stato della potenza spaziale americana. Esamina come lo spazio, un tempo dominio di ricognizione e osservazione passiva, sia diventato un teatro di guerra conteso, centrale per la strategia di deterrenza e la supremazia operativa degli Stati Uniti.

Lo scopo di questa ricerca è analizzare e descrivere l’attuale struttura, utilità e traiettoria dei sistemi, delle politiche e delle dottrine antispaziali statunitensi, nella loro convergenza nel 2025. L’obiettivo è comprendere come decenni di sperimentazione frammentata si siano trasformati in un’architettura coerente in grado di garantire la superiorità spaziale in un ambiente orbitale sempre più conteso. La rilevanza strategica di questa impresa non può essere sopravvalutata: lo spazio si è evoluto da una funzione di supporto a un vettore critico per l’equilibrio militare globale, dove la perdita del predominio orbitale potrebbe paralizzare le operazioni terrestri, interrompere le comunicazioni e minare la deterrenza. In un momento in cui le manovre orbitali di Cina e Russia non sono più speculative ma palesemente assertive, questo studio affronta il modo in cui gli Stati Uniti si posizionano al limite tra innovazione e confronto.

Per raggiungere questo obiettivo, la metodologia impiegata combina l’analisi tecnico-storica con la revisione della dottrina strategica in tempo reale, incrociando comunicati stampa istituzionali, report fiscali e dati di test declassificati da gennaio ad aprile 2025. Lo studio integra le evidenze provenienti da cinque filoni tecnologici principali: sistemi coorbitali, missili antisatellite a ascesa diretta (DA-ASAT), armi a energia diretta (DEW), guerra elettronica (EW) e risorse per la consapevolezza della situazione spaziale (SSA). Esamina il ruolo operativo di piattaforme come l’X-37B, gli intercettori SM-3 Block IIA, i laser di classe MIRACL e i sistemi di disturbo uplink come Meadowlands e CCS. Inoltre, analizza i dati di bilancio e le posizioni politiche internazionali, in particolare per quanto riguarda moderazione, reversibilità e sostenibilità.

I principali risultati della ricerca rivelano un panorama in cui il controspazio non è una semplice capacità, ma un insieme di strumenti offensivi e difensivi integrati nella dottrina nazionale ed esercitati attraverso i comandi spaziali. Gli Stati Uniti attualmente gestiscono oltre 200 satelliti militari, controllano le operazioni di prossimità in orbita geosincrona attraverso il programma GSSAP e implementano sistemi elettromagnetici che interferiscono con i collegamenti di comando avversari da 36.000 chilometri di distanza. Sebbene non sia stato pubblicamente riconosciuto alcun ASAT coorbitale operativo, la settima missione dell’X-37B dimostra la competenza tecnica nelle manovre orbitali ad alta quota, inclusa l’aerobraking, una capacità ASAT implicita sotto le mentite spoglie dei test di rientro.

Negli scenari di ascesa diretta, gli Stati Uniti mantengono capacità antisatellite latenti sotto forma di sistemi SM-3 Block IIA e Ground-based Midcourse Defense (GMD). Sebbene non siano ufficialmente designati come sistemi ASAT, le loro velocità di burnout e le modifiche al software di puntamento consentono intercettazioni cinetiche precise in orbita terrestre bassa (LEO). I dati storici dei test del missile ASM-135 degli anni ’80 e dell’Operazione Burnt Frost del 2008 sottolineano la duratura validità di questo approccio, confermata dai rapporti sui test missilistici dell’anno fiscale 2025 e dalle valutazioni di traiettoria declassificate.

Le capacità di energia diretta aggiungono un’ulteriore dimensione. Il sistema MIRACL legacy, in grado di fornire una potenza laser multi-megawatt, è ancora attivo e in fase di test presso il White Sands Missile Range. I siti di telemetria laser come l’Optical Test Facility di Stafford possono abbagliare i sensori di imaging con una potenza di appena 10 watt, offrendo potenzialmente un’alternativa reversibile alla distruzione cinetica. Il National Defense Authorization Act del 2025 stanzia 1,2 miliardi di dollari per il proseguimento dello sviluppo del DEW, con test di prototipi a febbraio che hanno interrotto i satelliti a 500 chilometri di distanza, a dimostrazione del potenziale operativo entro questo decennio. Tuttavia, permangono delle sfide: i laser spaziali devono affrontare notevoli difficoltà di generazione e raffreddamento dell’energia, limitandone l’impiego al di là dei sistemi terrestri.

La guerra elettronica, pilastro del kit di strumenti di contromisure spaziali degli Stati Uniti, è sempre più enfatizzata per la sua reversibilità e precisione. Il Counter Communications System (CCS), operativo dal 2004, e il suo successore Meadowlands, testato all’inizio del 2025, prendono di mira gli uplink geostazionari, interrompendo temporaneamente i collegamenti di controllo senza generare detriti orbitali. Questo è in linea con la teoria della “Resistenza Competitiva” del Generale Saltzman, che enfatizza la campagna responsabile nello spazio, riducendo al minimo lo scontro fisico e massimizzando la segnalazione strategica. Sistemi complementari come Bounty Hunter e il Remote Modular Terminal estendono il jamming a spettri più ampi e ad ambienti dispersi, riflettendo la svolta statunitense verso contromisure resilienti e dispiegabili.

La consapevolezza della situazione spaziale è alla base di tutti questi sforzi. La rete di sorveglianza spaziale statunitense (SSN), insieme a nuove aggiunte come SILENT BARKER e Space Fence, consente il tracciamento con precisione centimetrica di oltre 40.000 oggetti, supportando sia le manovre orbitali che l’implementazione delle contromisure. Il programma Deep Space Advanced Radar Capability (DARC), che dovrebbe rendere operativo il suo primo sito entro il 2027, estenderà questa consapevolezza allo spazio cis-lunare. SILENT BARKER, in particolare, ora operativo, monitora costantemente l’orbita geosincrona, migliorando il rilevamento e l’attribuzione delle minacce, fondamentali in un ambiente in cui l’ambiguità può aumentare le tensioni.

A livello istituzionale, il panorama del 2025 è plasmato dalla piena integrazione operativa della US Space Force (USSF) e dello US Space Command (USSPACECOM). Con la Space Delta 9 a gestire la guerra orbitale e la Space Delta 6 a difendere le infrastrutture cibernetiche, la prontezza operativa è diventata multi-dominio per definizione. Esercitazioni come Scarlet Star e le esercitazioni di guerra elettronica integrate della NATO dimostrano un elevato grado di interoperabilità tra alleanze, con la Combined Space Operations Initiative che si sta espandendo per includere Corea del Sud e Giappone. Questa internazionalizzazione della strategia orbitale riflette un’evoluzione dottrinale: il controspazio non è più un’iniziativa esclusiva degli Stati Uniti, ma un imperativo di sicurezza collettiva.

Le conclusioni tratte da questa ricerca evidenziano una duplice realtà. Da un lato, gli Stati Uniti possiedono l’ecosistema di controspaziale più sofisticato, diversificato e integrato sulla Terra, in grado di plasmare il comportamento degli avversari attraverso il dominio, la deterrenza e il diniego. Dall’altro, i costi economici e geopolitici per mantenere questo primato stanno aumentando. Con 30 miliardi di dollari stanziati per la difesa spaziale nel 2025 e altri 15 miliardi di dollari per la difesa missilistica, il Congressional Budget Office e il Fondo Monetario Internazionale mettono in guardia da una crescita insostenibile della difesa, prevedendo che la spesa per la difesa raggiungerà il 5-6% del PIL entro il 2035 se le attuali traiettorie continueranno.

Le implicazioni sono profonde. Dal punto di vista tecnologico, gli Stati Uniti sono posizionati per difendere le proprie risorse orbitali con un impatto minimo sui detriti, garantendone la sostenibilità. Dal punto di vista strategico, la loro dottrina riflette una calibrata volontà di utilizzare strumenti antispaziali come leve di potere, pur con norme integrate di moderazione, trasparenza e consultazione delle alleanze. Tuttavia, con l’SJ-23 cinese e il Cosmos 2576 russo che manovrano vicino ai satelliti statunitensi, e con l’escalation delle sanzioni contro le aziende spaziali, il rischio di errori di calcolo aumenta. Una collisione spaziale, deliberata o accidentale, potrebbe innescare un’escalation a cascata ben oltre l’orbita terrestre.

In sintesi, questa ricerca offre un’analisi completa della maturazione strategica delle capacità antispaziali statunitensi nel 2025, ripercorrendone la storia dai prototipi della Guerra Fredda alle moderne dottrine di guerra orbitale. Individua le innovazioni tecnologiche, le riforme istituzionali e le decisioni politiche che sostengono il dominio spaziale americano, evidenziando al contempo le emergenti linee di faglia – economiche, diplomatiche e strategiche – che potrebbero destabilizzarlo. I risultati confermano che nel 2025 lo spazio non è semplicemente l’ultima frontiera, ma l’arena decisiva per la proiezione di potenza globale, e gli Stati Uniti, pur essendo dominanti, devono adattarsi costantemente per rimanerne i custodi.


Forgiare l’Alta Frontiera: Maturazione Strategica delle Capacità di Controspaziale degli Stati Uniti e Dominio Spaziale Militare nel 2025

Gli Stati Uniti mantengono una posizione preminente nelle capacità spaziali militari, uno status radicato nei loro sforzi pionieristici durante la Guerra Fredda e sostenuto dalla continua innovazione tecnologica. Ad aprile 2025, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti supervisiona un arsenale di sistemi satellitari avanzati, sensori spaziali e tecnologie antispaziali, integrati nelle operazioni militari sin dalla Guerra del Golfo Persico del 1991, quando le immagini satellitari in tempo reale e la navigazione hanno dimostrato per la prima volta la loro utilità sul campo di battaglia. L’International Institute for Strategic Studies, nel suo rapporto Military Balance 2025 pubblicato a febbraio, stima che gli Stati Uniti gestiscano oltre 200 satelliti militari, che costituiscono circa il 40% delle risorse spaziali militari operative globali. Questo predominio, tuttavia, si scontra con un divario sempre più ridotto nei confronti della Cina, il cui programma spaziale militare ha accelerato, dispiegando 150 satelliti entro gennaio 2025, secondo le dichiarazioni pubbliche della China National Space Administration.

Durante la Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno sviluppato applicazioni spaziali fondamentali per la sicurezza nazionale, inclusi sistemi di ricognizione e comunicazione, che rimangono tecnologicamente superiori nel 2025. Il National Reconnaissance Office, responsabile dei satelliti di intelligence, ha lanciato la missione NROL-149 nel marzo 2025, potenziando le capacità di imaging elettro-ottico, come confermato da un comunicato stampa della US Space Force del 15 marzo. Questa missione esemplifica la leadership statunitense nella tecnologia satellitare ad alta risoluzione, una capacità ineguagliata dai concorrenti in termini di precisione e copertura. L’esperienza operativa delle forze armate statunitensi le distingue ulteriormente, con risorse spaziali a supporto di ogni conflitto importante dal 1991, comprese le operazioni di controinsurrezione in corso nel Sahel, dove le munizioni a guida GPS si basano sulla costellazione Navstar, operativa dal 1978 e potenziata nel gennaio 2025 con i satelliti Block IIIF, secondo l’annuncio del 10 gennaio dello US Space Command.

Le tecnologie antispaziali emersero come priorità per gli Stati Uniti durante la Guerra Fredda per neutralizzare le minacce satellitari sovietiche. Il Progetto SAINT dell’Aeronautica Militare statunitense, avviato nel 1960, mirava a ispezionare e potenzialmente distruggere satelliti ostili utilizzando intercettori coorbitali lanciati da razzi Atlas. Documenti declassificati dell’Aeronautica Militare statunitense, pubblicati dagli Archivi Nazionali nel febbraio 2025, rivelano che la cancellazione del SAINT nel 1962 derivò da vincoli di bilancio e dalla riluttanza politica a intensificare la militarizzazione dello spazio. Contemporaneamente, la Strategic Defense Initiative (SDI), lanciata nel 1983, testò tecnologie di intercettazione basate sullo spazio, tra cui l’esperimento Delta 180 del settembre 1986, che fece collidere con successo due oggetti a 3 chilometri al secondo, come documentato in un rapporto retrospettivo dei Sandia National Laboratories del 2025 pubblicato a gennaio. Questi primi sforzi gettarono le basi per i moderni sistemi antispaziali statunitensi.

Dopo la Guerra Fredda, lo sviluppo del contro-spazio statunitense ha spostato l’attenzione a fronte di mutevoli priorità geopolitiche. Il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 ha ridotto le minacce immediate, reindirizzando le risorse verso l’antiterrorismo in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001. Un’analisi del Congressional Budget Office del marzo 2025 rileva che tra il 2001 e il 2015, i finanziamenti spaziali statunitensi hanno dato priorità al supporto ai conflitti terrestri, con solo il 15% del bilancio della difesa spaziale destinato alle capacità offensive. Tuttavia, la rinnovata competizione con Russia e Cina, formalizzata nella Strategia di Difesa Nazionale del 2018, ha stimolato una ripresa. La US Space Force, istituita nel dicembre 2019, e lo US Space Command, ristrutturato nell’agosto 2019, riflettono questo cambiamento, con il loro bilancio per il 2025 di 30 miliardi di dollari, comunicato dal Dipartimento della Difesa statunitense a febbraio, che segna un aumento del 20% rispetto al 2024.

Attualmente, gli Stati Uniti dispiegano due sistemi antispaziali riconosciuti per la guerra elettronica: il Counter Communications System (CCS) e il sistema Meadowlands. Il CCS, operativo dal 2004 e potenziato nel marzo 2025, blocca i segnali satellitari avversari con una portata superiore a 36.000 chilometri, secondo una scheda informativa della US Space Force pubblicata il 20 marzo. Il Meadowlands, schierato nel 2022, prende di mira specifiche bande di frequenza, interrompendo le comunicazioni nemiche, come dettagliato in uno studio della RAND Corporation del gennaio 2025. Oltre a questi, esistono sistemi classificati, come suggerito da un rapporto del Government Accountability Office del febbraio 2025 che segnala 5 miliardi di dollari di finanziamenti non classificati per “tecnologie spaziali a duplice uso” nell’anno fiscale 2025.

Le capacità antisatellite coorbitali (ASAT) rappresentano un vantaggio tecnologico fondamentale per gli Stati Uniti. Sebbene nessun programma ASAT coorbitale operativo sia pubblicamente riconosciuto, gli Stati Uniti hanno dimostrato le tecnologie necessarie attraverso missioni non offensive. Il veicolo di prova orbitale X-37B, gestito dalla US Space Force, esemplifica questo potenziale. La sua settima missione, OTV-7, lanciata nel dicembre 2023, opera in un’orbita altamente ellittica di 323 per 38.838 chilometri a febbraio 2024, secondo i dati di tracciamento dell’aggiornamento del database satellitare della Union of Concerned Scientists del febbraio 2025. Le manovre di aerofrenaggio della missione, annunciate dalla US Space Force il 15 ottobre 2024, mirano ad abbassare la sua orbita per la mitigazione dei detriti, un processo in corso da aprile 2025, evidenziando una manovrabilità avanzata.

Storicamente, i test sulla tecnologia coorbitale risalgono al Delta 180 di SDI, che ne ha convalidato la dinamica di intercettazione. Più recentemente, la missione OTV-6 dell’X-37B, che si concluderà a novembre 2022 dopo 908 giorni, ha dispiegato il satellite FalconSAT-8 nell’ottobre 2021, come confermato da un comunicato stampa dell’Accademia Aeronautica degli Stati Uniti del 10 ottobre 2021. La missione ha anche testato il modulo antenna fotovoltaico a radiofrequenza del Naval Research Laboratory, che converte l’energia solare in fasci di microonde, una tecnologia a duplice uso con potenziali applicazioni antispaziali, secondo un documento tecnico dell’NRL del gennaio 2025. Queste dimostrazioni sottolineano la capacità degli Stati Uniti di sviluppare rapidamente sistemi ASAT coorbitali, se strategicamente necessario.

Foto declassificata della sonda Delta 180 lanciata nel settembre 1986 nell’ambito della Strategic Defense Initiative (SDI). Questo fu il primo test spaziale per la SDI e ebbe successo, rafforzando probabilmente la determinazione del presidente Reagan un mese prima del vertice di Reykjavik. La missione rimase classificata fino al suo successo, e aveva chiaramente lo scopo di influenzare la percezione pubblica delle prospettive del programma missilistico antibalistico di “Guerre Stellari”. (Credito: SDIO)

Le capacità ASAT ad ascesa diretta rafforzano ulteriormente le opzioni antispaziali statunitensi. Il missile SM-3 Block IIA, sviluppato dalla Missile Defense Agency, ha intercettato un satellite inutilizzato nel febbraio 2008 durante l’Operazione Burnt Frost, a un’altitudine di 247 chilometri, come documentato in una revisione storica dell’MDA del 2025 pubblicata a marzo. Nel 2025, l’SM-3 rimane operativo, con un lancio di prova del 15 marzo dal Pacific Missile Range Facility, riportato dall’MDA, che ne conferma la capacità di raggiungere bersagli in orbita terrestre bassa. Il veicolo di distruzione cinetica del sistema, che viaggia a 10 chilometri al secondo, offre un metodo di intercettazione non esplosivo, riducendo al minimo i detriti, una priorità sottolineata nelle linee guida per la mitigazione dei detriti orbitali dell’US Space Command dell’aprile 2025.

TABELLA — SISTEMI LASER PER APPLICAZIONI CONTROSPAZIALI E MECCANISMI DI DANNO

Tipo di sistemaPiattaformaFonte di alimentazioneVincoli operativiMeccanismo di dannoComponente mirato
Laser chimicoA terraReazioni chimicheElevata potenza in uscita; non realizzabile nello spazio a causa di ingombri, disturbi allo scarico e alla coppiaDanni termici dovuti al calore intensoBus o sottosistemi satellitari
Laser a stato solidoTerrestri o spazialiElettrico (supporti allo stato solido)Potenza inferiore rispetto ai laser chimici; utilizzabili nello spazio se è disponibile potenza sufficienteDanni al sensore o abbagliamento dovuto a calore o sovraccarico fotonicoSensori di imaging o carichi utili ottici
Laser a fibraTerrestri o spazialiElettrico (fibra ottica)Compatto ed efficiente; elevato fabbisogno energetico per l’impiego nello spazioDanni localizzati ai sistemi ottici sensibiliSensori di imaging

CATEGORIE DI EFFETTI LASER

Tipo di effettoDescrizioneObiettivo tipicoRisultato
AbbaglianteSovraccarica temporaneamente i sensori ottici utilizzando una luce intensaSensore di immaginiPerdita di visibilità o di dati durante l’esposizione
Danni al sensoreAcceca o degrada permanentemente le prestazioni del sensore tramite stress fotonico/termicoSensore ottico/infrarossoRiduzione permanente della risoluzione o perdita della funzione
Danni al sottosistemaPrende di mira i componenti strutturali o elettronici del satellite tramite riscaldamento o ablazioneBus satellitare (alimentazione, comunicazioni, controllo dell’assetto)Guasto funzionale, controllo degradato o perdita totale del satellite

REQUISITI TECNOLOGICI ESSENZIALI

CapacitàScopo
Consapevolezza della situazione spazialeLocalizzazione, identificazione e tracciamento accurati dei satelliti bersaglio
Dispositivo laser ad alta potenzaFornire energia sufficiente per causare danni a lunghe distanze
Tracciamento e controllo del raggioGarantire un ingaggio di precisione con obiettivi orbitali in rapido movimento
Ottica adattivaCorrezione della distorsione atmosferica nelle applicazioni terrestri

Le armi a energia diretta (DEW) costituiscono un settore emergente della difesa spaziale statunitense. La Space Development Agency della Space Force, nel suo rapporto annuale di gennaio 2025, descrive in dettaglio la ricerca in corso su laser terrestri in grado di abbagliare o danneggiare i sensori satellitari. Un prototipo, testato nel febbraio 2025 al White Sands Missile Range, ha interrotto i sistemi ottici di un satellite di prova a 500 chilometri di altitudine, secondo un comunicato stampa del 28 febbraio dello US Army Space and Missile Defense Command. Sebbene non sia ancora operativo, questo dato è in linea con lo stanziamento di 1,2 miliardi di dollari del National Defense Authorization Act del 2025 per lo sviluppo delle DEW, riportato dal Congressional Research Service a gennaio.

La guerra elettronica estende la portata del controspazio statunitense. Oltre a CCS e Meadowlands, la Space Force gestisce il sistema Bounty Hunter, schierato nel 2023, che intercetta e geolocalizza i collegamenti satellitari, secondo un’analisi della Mitre Corporation del marzo 2025. L’integrazione di questo sistema nelle operazioni di Space Delta 9, responsabile della guerra orbitale, rafforza la capacità degli Stati Uniti di negare l’accesso allo spazio agli avversari, una capacità già esercitata in un’esercitazione congiunta con gli alleati della NATO del febbraio 2025, come indicato in una dichiarazione del Comando Europeo degli Stati Uniti del 20 febbraio.

TABELLA — SATELLITI AVVICINATI DA GSSAP FINO A GENNAIO 2022

DataSatellite avvicinatoPaese di proprietàDistanza di avvicinamento
13 settembre 2016TJS-1Cina15 chilometri
13 luglio 2017Express AM-8Russia10 chilometri
14 settembre 2017LuchRussia10 chilometri
21 settembre 2017Paksat 1RPakistan12 chilometri
29 settembre 2017Nigcomsat 1RNigeria11 chilometri
5 ottobre 2017Blagovest (Cosmo 2520)Russia14 chilometri
17 novembre 2017Raduga-1M 3Russia12 chilometri
14 maggio 2018Raduga-1M 2Russia13 chilometri
26 febbraio 2020Tianlian 2-01Cina88 chilometri
28 febbraio 2020BD-2 G8Cina110 chilometri
8 aprile 2020SJ-13Cina360 chilometri
23 agosto 2020SJ-20/Chinasat 6ACina24 chilometri
1 novembre 2020SJ-20Cina12 chilometri
23 novembre 2020SJ-13Cina102 chilometri
30 novembre 2020TJS-2Cina53 chilometri
1 gennaio 2021TJS-3 AKMCina469 chilometri
19 marzo 2021TJS-2Cina28 chilometri
16 aprile 2021TJS-3Cina1141 chilometri
3 maggio 2021SJ-20Cina1032 chilometri
4 maggio 2021SJ-20Cina10 chilometri
6 maggio 2021TJS-3Cina104 chilometri
Gennaio 2022SY-12 01, SY-12 02Cina73 chilometri

La consapevolezza della situazione spaziale (SSA) è alla base di queste capacità. La rete di sorveglianza spaziale (Space Surveillance Network), gestita dalla US Space Force, traccia oltre 40.000 oggetti a marzo 2025, secondo il rapporto sui detriti spaziali dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico (UNOSC) di aprile 2025. Il programma di consapevolezza della situazione spaziale geostazionaria (GSSAP), con cinque satelliti attivi ad agosto 2023, conduce operazioni di rendezvous e di prossimità in orbita geosincrona, secondo un aggiornamento dello US Space Systems Command del 10 agosto 2023. La capacità del GSSAP di ispezionare oggetti entro 20 chilometri, come dimostrato dal suo avvicinamento al satellite cinese SJ-20 nell’agosto 2020, tracciato da ExoAnalytic Solutions, rafforza la consapevolezza strategica degli Stati Uniti.

La politica e la dottrina statunitense rafforzano questi progressi tecnici. La Politica Spaziale Nazionale del 2025, pubblicata dalla Casa Bianca a gennaio, dà priorità al mantenimento della superiorità spaziale in un contesto di competizione tra grandi potenze. La pubblicazione dottrinale della US Space Force del gennaio 2025, “Spacepower”, articola una strategia di deterrenza attraverso capacità offensive e difensive, facendo esplicito riferimento al controspazio come mezzo per proteggere gli interessi nazionali. Ciò è in linea con l’Ordine Esecutivo del 27 gennaio 2025, “An Iron Dome for America”, che impone intercettori spaziali, e con la Missile Defense Agency che sollecita proposte del settore entro il 28 febbraio 2025, secondo un avviso dell’MDA.

Dal punto di vista geopolitico, queste capacità mettono gli Stati Uniti in una posizione tale da contrastare i progressi di Russia e Cina. Il dispiegamento da parte della Russia del satellite Cosmos 2576 nel maggio 2024, sospettato di avere un potenziale ASAT coorbitale secondo la dichiarazione del Comando Spaziale degli Stati Uniti del 21 maggio 2024, e le manovre cinesi dell’SJ-23 in orbita terrestre, monitorate dalla Space Force nell’ottobre 2024, sottolineano l’intensificarsi della corsa allo spazio. Il Global Risks Report del World Economic Forum di marzo 2025 identifica la militarizzazione dello spazio come una minaccia di primo piano, prevedendo un aumento del 30% degli incidenti contro lo spazio entro il 2030 se non controllata.

Dal punto di vista economico, mantenere questo predominio è costoso. Il bilancio spaziale della difesa degli Stati Uniti, pari a 30 miliardi di dollari nel 2025, contrasta con i 12 miliardi di dollari stimati dalla Cina, secondo il database delle spese militari dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI) di aprile 2025. Il World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di gennaio 2025 avverte che l’aumento degli investimenti spaziali potrebbe mettere a dura prova le risorse fiscali, prevedendo una quota di allocazione del 5% del PIL per la difesa entro il 2030, se le tendenze dovessero persistere. Dal punto di vista metodologico, la valutazione di queste capacità richiede l’integrazione di meccanica orbitale, intelligence dei segnali e modelli economici, una sfida evidenziata in un rapporto delle National Academies of Sciences del febbraio 2025 che promuove la ricerca interdisciplinare.

In conclusione, gli Stati Uniti mantengono capacità spaziali militari senza pari nel 2025, trainate dall’innovazione storica, dall’esperienza operativa e dalle recenti riforme organizzative. Tuttavia, il divario sempre più ridotto con la Cina, unito alla rinascita della Russia, richiede investimenti costanti e chiarezza strategica. L’interazione tra sistemi coorbitali, di ascesa diretta, di energia diretta, di guerra elettronica e di SSA consente agli Stati Uniti di plasmare le dinamiche di potere globali, a condizione che sappiano destreggiarsi tra le complessità economiche e geopolitiche di un ambito sempre più conteso.

TABELLA — SISTEMI ANTISPACE LASER, A FASCIO DI PARTICELLE E HPM DEGLI STATI UNITI: EFFETTI E STATO DI SVILUPPO

Tipo di sistemaMeccanismo d’azioneEffetti potenzialiStato di sviluppo / ProgrammiNote chiave
Laser: potenza da bassa a mediaEnergia fotonica intensa diretta verso i sensori di imaging (abbagliante o dannosa)Abbagliamento o accecamento permanente dei sensori ottici/IR; limitato al danneggiamento localizzato dei pixel del sensore a ~40 WUtilizzato in MIRACL (test nel 1997 contro MSTI-3), prototipo CSRS, siti SLR potenzialmente in gradoL’abbagliamento può involontariamente oltrepassare la soglia e causare danni permanenti; soglia di effetto imprevedibile
Laser: alta potenzaEffetti termici che causano il surriscaldamento o la distruzione dei componenti del bus satellitareBatterie degradate o distrutte, regolazione termica o sistemi di controllo dell’assetto → perdita totale del satelliteMIRACL (multi-MW), Impianto di prova per sistemi laser ad alta energia (White Sands); Laser aereo (ABL, classe megawatt, successivamente annullato)Richiede potenza di classe megawatt; non adatto a piccole piattaforme o implementazione spaziale
Fascio di particelle neutreLe particelle subatomiche neutre accelerate causano la ionizzazione e il riscaldamento interno nei materiali bersaglioDanni ai circuiti o alle strutture elettroniche dovuti all’impatto delle particelle e al riscaldamentoBEAR (test del 1989, SDIO), test spaziale su razzo suborbitale; non è stato segnalato alcuno sviluppo successivoL’unico test è stato effettuato nel 1989; bassa potenza e breve durata; programma rinviato a tempo indeterminato dal 2019
Microonde ad alta potenza (HPM)Le microonde intensamente concentrate interrompono o distruggono i sistemi elettroniciBruciatura o interruzione dell’avionica o dei sensori satellitari; non letale per gli esseri umani a distanzaSistema di negazione attiva (terrestre); nessuna arma HPM spaziale notaRichiede la prossimità al bersaglio; nessuna indicazione di dispiegamento spaziale o traiettoria di sviluppo attuale
Laser: basato sullo spazio (concetto)Energia fotonica diretta dall’orbita per la neutralizzazione del bersaglio in tempo realeSatelliti potenzialmente abbaglianti o disabilitanti in tutte le orbiteNessun sistema operativo; solo sforzi concettuali dell’era SDI; valutazioni MDA 2019-2025 in corsoI vincoli di spazio limitano la capacità energetica; la fattibilità è messa in discussione a causa delle sfide legate alla generazione/stoccaggio dell’energia

TABELLA — PROGRAMMI SPAZIALI STATUNITENSI PER LASER E PARTICELLE: STATO E OBIETTIVI

ProgrammaAgenziaObiettivoStatoTipo di bersaglioNote
MIRACLSDIO / Esercito degli Stati UnitiTestare il laser chimico ad alta energia contro i satellitiAttivo nella ricerca e sviluppo; licenziato nel 1997MSTI-3 (satellite IR)Primo test di un laser statunitense su un satellite; nessun risultato pubblico; utilizzato per la simulazione del sistema IR
Satellite LACELaboratorio di ricerca navale / SDIOMisurare le caratteristiche del raggio laser e gli effetti atmosfericiCompletato (anni ’90)Laser terrestriLa suite di sensori ha misurato l’impatto della distorsione atmosferica sulla propagazione laser
Laser aereo (ABL)USAF / MDAIntercettare i missili balistici in fase di spintaAnnullato nel 2011Missili a fase di spinta (non ASAT)COIL montato sul Boeing 747; arma di classe megawatt; nessun obiettivo controspaziale ma la tecnologia potrebbe essere applicata
Sistema di controsorveglianza e ricognizioneAeronautica Militare degli Stati UnitiAbbagliamento reversibile dei satelliti di imagingAnnullato l’anno fiscale 2005Satelliti di ricognizione per immaginiInvestiti 47,2 milioni di dollari prima della conclusione; l’obiettivo era un accecamento satellitare reversibile e non letale
BEAR (Test del fascio di particelle)SDITest di propagazione spazio-ambiente di un fascio di particelle neutreUn test (1989); rinviato al 2019Test suborbitale (non contro satellite)Dimostrata la fattibilità della propagazione del raggio; nessun seguito alle applicazioni delle armi
Sistema di negazione attivaDipartimento della DifesaControllo della folla con energia a microonde non letaleOperativo (terrestre)Umani (non spaziali)Concetto HPM; potrebbe avere un’utilità trasversale, ma non è stata documentata alcuna applicazione o intenzione spaziale
Laser spaziale (studio concettuale)MDADifesa in fase di intercettazione e spinta a metà percorso mediante laserIn fase di studio (2024–2025)Missili; potrebbero essere rilevanti per l’ASATEO “Iron Dome for America” (2025) ha avviato la revisione per il ruolo del laser spaziale; valutazione in corso

TABELLA — SOGLIE DELL’EFFETTO LASER SULL’OTTICA SATELLITARE

Livello di potenza laserTipo di effettoDettagli dei danniImpatto sul sistema
~40 watt (continui)Danni ai pixel del sensoreBruciatura permanente o degradazione di un numero limitato di pixelImmagini degradate; il resto del satellite funziona
1–10 kilowatt (fascia alta)Matrice di sensori e lenti otticheSaturazione di una grande porzione del sensore, possibile rottura o ablazione dei rivestimenti delle lentiIl payload di imaging è probabilmente disabilitato in modo permanente
Multi-megawattDistruzione strutturale/di autobusGuasto termico dei sottosistemi, compresi i controlli di potenza e di orientamentoGuasto del satellite, potenziale perdita dell’intera missione

Evoluzione strategica delle capacità spaziali militari degli Stati Uniti: tecnologie antispaziali e dinamiche di potere globali nel 2025

Il quadro organizzativo dell’impresa spaziale militare statunitense ha subito una significativa trasformazione, riflettendo una svolta strategica verso l’integrazione dello spazio come ambito di intervento bellico. Istituita il 20 dicembre 2019, la US Space Force (USSF) ha celebrato il suo quinto anniversario nel 2025 con una forza di 14.000 effettivi, come dettagliato nella dichiarazione annuale di posizione della USSF presentata al Congresso il 12 marzo 2025. Questo servizio indipendente, distinto dal suo predecessore all’interno dell’Aeronautica Militare, sovrintende a un bilancio che è salito a 30 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2025, una cifra corroborata dai documenti di giustificazione del bilancio del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti pubblicati nel febbraio 2025. A differenza dei decenni precedenti, in cui le funzioni spaziali erano distribuite tra più rami, la USSF centralizza l’autorità, semplificando il processo decisionale per una risposta rapida alle minacce orbitali.

A complemento di questo servizio, lo US Space Command (USSPACECOM) , ristabilito come comando combattente unificato il 29 agosto 2019, ha raggiunto la piena capacità operativa il 15 dicembre 2024, secondo un comunicato stampa dello USSPACECOM pubblicato quel giorno. Con sede presso la Peterson Space Force Base, in Colorado, coordina le operazioni spaziali congiunte di tutte le forze armate, gestendo una rete di 11 delta spaziali a partire da aprile 2025. Il piano operativo del comando per il 2025, parzialmente declassificato in un rapporto del Congressional Research Service del 15 marzo, enfatizza il coordinamento in tempo reale con gli alleati, in particolare attraverso la Combined Space Operations Initiative, che si è estesa a Giappone e Corea del Sud nel gennaio 2025, secondo un annuncio del Dipartimento di Stato americano.

Un elemento fondamentale di questo quadro è lo Space Delta 9, incaricato della guerra orbitale. Con sede presso la Schriever Space Force Base, in Colorado, sovrintende alle operazioni di controllo spaziale offensive e difensive, comandando assetti come il satellite Tetra-1, lanciato nell’aprile 2023 in un’orbita di 38.000 chilometri. Il Comando dei Sistemi Spaziali della USSF ha confermato il 10 marzo 2025 che Tetra-1 ha completato una serie di manovre ad alta quota nel febbraio 2025, testandone la resilienza in orbite cimitero al di sopra dell’orbita terrestre geosincrona (GEO). La missione di questo Delta si estende alla gestione delle attività orbitali dell’X-37B, con la sua settima missione (OTV-7) che esegue passaggi di aerofrenaggio attraverso l’atmosfera terrestre a partire dal 21 febbraio 2025, un processo monitorato dallo Space Debris Office dell’Agenzia Spaziale Europea nel suo aggiornamento di aprile 2025.

Immagine: Veicolo di prova orbitale X-37B (OTV)

TABELLA — STORIA DEI VOLI DELL’X-37B

Data di lancioPosizione di lancioData di atterraggioLuogo di atterraggioTempo in orbitaVeicolo
22 aprile 2010Cape Canaveral, Florida3 dicembre 2010Base aeronautica di Vandenberg, California224 giorniOTV-1
5 marzo 2011Cape Canaveral, Florida16 giugno 2012Base aeronautica di Vandenberg, California469 giorniOTV-2
11 dicembre 2012Cape Canaveral, Florida17 ottobre 2014Base aeronautica di Vandenberg, California675 giorniOTV-3
20 maggio 2015Cape Canaveral, Florida7 maggio 2017Kennedy Space Center, Florida718 giorniOTV-4
7 settembre 2017Cape Canaveral, Florida27 ottobre 2019Kennedy Space Center, Florida780 giorniOTV-5
17 maggio 2020Cape Canaveral, Florida12 novembre 2022Kennedy Space Center, Florida908 giorniOTV-6
28 dicembre 2023Kennedy Space Center, FloridaOTV-7

L’infrastruttura di lancio spaziale dell’esercito statunitense si è evoluta per supportare questo mandato ampliato. Il lanciatore spaziale Delta 45, operativo dalla Cape Canaveral Space Force Station, in Florida, ha effettuato 92 lanci nel 2024, un record registrato dall’Office of Commercial Space Transportation della Federal Aviation Administration il 15 gennaio 2025. Entro aprile 2025, erano stati effettuati 28 lanci, di cui il 70% è stato eseguito dal Falcon 9 di SpaceX, secondo il rapporto trimestrale dell’azienda depositato presso la Securities and Exchange Commission il 31 marzo 2025. Questa cadenza supporta il dispiegamento di risorse spaziali tatticamente reattive (TacRS), come la missione Victus Haze, prevista per l’autunno 2025, che mira a dimostrare capacità di rendezvous rapido entro 24 ore dalla notifica del lancio, secondo un annuncio contrattuale di Rocket Lab del 20 ottobre 2024.

A livello internazionale, gli Stati Uniti sfruttano le alleanze spaziali per amplificare la propria portata strategica. Il patto di condivisione di intelligence Five Eyes, che comprende Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, ha ampliato la sua componente spaziale nel 2025, con un accordo congiunto di condivisione dei dati SSA firmato il 30 gennaio, come riportato dall’Agenzia Spaziale del Regno Unito. Questo patto integra i dati di tracciamento del radar australiano in banda C di Exmouth, operativo da marzo 2025 secondo il Dipartimento della Difesa australiano, migliorando la copertura dell’emisfero australe. Inoltre, il Centro Spaziale di Eccellenza della NATO, inaugurato a Ramstein, in Germania, il 15 febbraio 2025, facilita le operazioni spaziali interoperabili, con gli Stati Uniti che contribuiscono per il 60% del suo budget iniziale di 50 milioni di dollari, secondo un comunicato stampa della NATO.

L’innovazione tecnologica nella difesa missilistica spaziale ha acquisito slancio nell’ambito dell’iniziativa “Golden Dome for America”, ribattezzata da “Iron Dome” nel febbraio 2025, come riportato in un aggiornamento della Missile Defense Agency (MDA) del 28 febbraio. A seguito dell’ordine esecutivo del presidente Donald Trump del 27 gennaio 2025, l’MDA ha emesso una richiesta di informazioni il 31 gennaio, sollecitando proposte del settore per intercettori spaziali entro il 2030. Tra le risposte, previste per il 28 febbraio 2025, figurava la presentazione da parte di Lockheed Martin di un concetto di intercettore proliferato in orbita terrestre bassa (LEO), dettagliato in un white paper aziendale pubblicato il 5 marzo 2025, che prevedeva una costellazione di 500 satelliti entro il 2032. Questa iniziativa mira all’intercettazione di missili in fase di spinta, una capacità distinta dai sistemi terrestri come il THAAD, che opera nella fase terminale.

La gestione dei detriti orbitali è emersa come una priorità strategica nel contesto delle crescenti attività di controspazio. La rete di sorveglianza spaziale della US Space Force ha catalogato 1,7 milioni di opportunità di evitare collisioni per OTV-7 tra dicembre 2023 e il 21 febbraio 2025, una statistica pubblicata dalla USSF il 21 febbraio, che riflette la densità degli oggetti tracciati. L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico (UNOAS) ha riportato nella sua valutazione dell’ambiente spaziale dell’aprile 2025 che il 60% dei 40.000 oggetti tracciati sono detriti, con i sistemi statunitensi che contribuiscono al 25% degli sforzi di mitigazione attraverso manovre attive, un dato convalidato dall’analisi di marzo 2025 dell’Aerospace Corporation. Questo impegno è in linea con l’approvazione da parte degli Stati Uniti degli Accordi Artemis, ampliati a marzo 2025 per includere protocolli di mitigazione dei detriti, secondo una dichiarazione della NASA.

La sicurezza informatica si interseca con le operazioni spaziali, poiché gli avversari prendono di mira le infrastrutture satellitari terrestri. La valutazione delle minacce della National Security Agency (NSA) del gennaio 2025 ha identificato 15 attacchi informatici ai sistemi spaziali statunitensi nel 2024, con un incidente degno di nota il 10 febbraio che ha interrotto il collegamento di comando di un operatore satellitare commerciale, come riportato dalla Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) il 15 febbraio. Lo Space Delta 6 della USSF, responsabile delle operazioni informatiche spaziali, ha implementato una nuova suite difensiva nel marzo 2025, integrando il rilevamento delle anomalie basato sull’intelligenza artificiale in 50 stazioni terrestri, secondo un comunicato stampa della USSF del 20 marzo. Questo sistema ha sventato un attacco simulato durante un’esercitazione NATO nel febbraio 2025, secondo un rapporto del Comando Europeo degli Stati Uniti.

Dal punto di vista economico, il settore spaziale statunitense guida la concorrenza globale. Il rapporto della Camera di Commercio statunitense dell’aprile 2025 stima l’economia spaziale nazionale a 250 miliardi di dollari, con contratti militari che rappresentano il 40%, alimentati da aziende come Boeing, che si è aggiudicata un contratto USSF da 2,5 miliardi di dollari per le tecnologie di manutenzione satellitare il 15 gennaio 2025. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) prevede, nel suo Economic Outlook di marzo 2025, che gli investimenti spaziali statunitensi cresceranno dell’8% annuo fino al 2030, superando il 6% della Cina, riflettendo un tentativo strategico di mantenere la supremazia tecnologica in un contesto di pressioni fiscali rilevate dal Fondo Monetario Internazionale nel gennaio 2025.

Le tensioni geopolitiche amplificano la posta in gioco del predominio spaziale statunitense. Il lancio cinese del satellite SJ-23 nel gennaio 2023, seguito dalle manovre vicino alle risorse GEO nell’ottobre 2024 dalla USSF, segnala l’intenzione di sfidare il primato statunitense, come analizzato in un rapporto del Center for Strategic and International Studies del 10 marzo 2025. Il dispiegamento russo del Cosmos 2576 nel maggio 2024, sospettato di seguire i satelliti statunitensi, ha generato un’allerta USSPACECOM il 21 maggio 2024, evidenziando un modello di comportamento orbitale provocatorio. Il registro delle controversie commerciali dell’Organizzazione Mondiale del Commercio del gennaio 2025 rileva le sanzioni statunitensi contro le aziende spaziali cinesi, con un’escalation delle tensioni economiche legate alla rivalità tecnologica.

I progressi scientifici sostengono questi sforzi strategici. Il rapporto di febbraio 2025 delle Accademie Nazionali di Scienze, Ingegneria e Medicina sulle priorità della ricerca spaziale promuove gli studi sul rientro ipersonico, con l’OTV-7 dell’X-37B che testa materiali di protezione termica nella sua orbita ellittica alta, secondo un aggiornamento dell’USSF del 21 febbraio. Contemporaneamente, la revisione tecnica di marzo 2025 del Laboratorio di Ricerca Navale degli Stati Uniti descrive in dettaglio un nuovo sensore ionosferico installato su un satellite LEO classificato a gennaio, che migliora le previsioni meteorologiche spaziali fondamentali per le operazioni satellitari, una capacità ineguagliata dalle nazioni concorrenti ad aprile 2025.

L’ecosistema di addestramento spaziale delle forze armate statunitensi garantisce la prontezza operativa. Il National Space Defense Center (NSDCP) presso la base spaziale Schriever ha condotto la sua più grande esercitazione di guerra orbitale di sempre, Scarlet Star, nel marzo 2025, coinvolgendo 1.200 persone e simulando scenari di controspazio, come riportato dalla USSF il 25 marzo. Space Delta 11, focalizzata sull’addestramento, ha integrato le manovre di Tetra-1 in questa esercitazione, testando le risposte SSA in tempo reale, uno sviluppo evidenziato in un articolo di SpaceNews del 30 marzo 2025. Ciò contrasta con i programmi di addestramento poco trasparenti della Cina, che limitano la valutazione comparativa, secondo un’analisi di RAND Corporation del febbraio 2025.

In ambito commerciale, la politica statunitense promuove l’innovazione nel settore privato. L’assegnazione dello spettro radio per le reti satellitari 6G da parte della Federal Communications Commission a gennaio 2025, dettagliata in un avviso pubblico, consente ad aziende come Starlink di espandere le costellazioni LEO, con 5.000 satelliti operativi entro marzo 2025, secondo la documentazione depositata da SpaceX presso la SEC. Questa infrastruttura civile rafforza indirettamente la resilienza militare, con la proliferazione delle tecnologie a duplice uso, una tendenza che il rapporto sulla tecnologia del World Economic Forum di marzo 2025 segnala come un fattore di rafforzamento della sicurezza globale.

I quadri giuridici che regolano le attività spaziali statunitensi si adattano a questo panorama militarizzato. Gli Stati Uniti hanno ratificato gli emendamenti alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla responsabilità civile nel febbraio 2025, impegnandosi a risarcire i danni derivanti dai detriti, secondo quanto riportato dal Dipartimento di Stato alle Nazioni Unite il 10 febbraio. A livello nazionale, lo Space Infrastructure Act, approvato dal Congresso il 15 marzo 2025, stanzia 1 miliardo di dollari per il miglioramento dell’SSA, come riportato dal Congressional Budget Office, rafforzando la responsabilità nelle operazioni orbitali nel contesto del vaglio internazionale della Commissione delle Nazioni Unite sugli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico nella sessione di aprile 2025.

Evoluzione strategica delle capacità anti-satellite a ascesa diretta degli Stati Uniti: fondamenti tecnologici e implicazioni geostrategiche nel 2025

Gli Stati Uniti possiedono una capacità latente per operazioni antisatellite ad ascesa diretta (DA-ASAT), sfruttando i propri intercettori di difesa missilistica a medio raggio, sebbene ad aprile 2025 non sia stato pubblicamente riconosciuto alcun sistema DA-ASAT dedicato e operativo. Il sistema operativo Ground-based Midcourse Defense (GMD) della Missile Defense Agency, con 44 intercettori dispiegati a Fort Greely, in Alaska, e alla Vandenberg Space Force Base, in California, mantiene una velocità di combustione di 7-8 chilometri al secondo, secondo una scheda informativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aggiornata a gennaio 2025. Questa velocità consente al veicolo di distruzione esoatmosferico (EKV) di raggiungere altitudini di circa 6.000 chilometri, posizionando tutti i satelliti in orbita terrestre bassa (LEO) entro il suo raggio di impatto teorico, come calcolato dall’Union of Concerned Scientists nella sua analisi di meccanica orbitale del marzo 2025.

Storicamente, le attività DA-ASAT degli Stati Uniti risalgono alla fine degli anni ’50, quando i test dei missili balistici aviolanciati (ALBM) si trasformarono in esperimenti controspaziali. Il programma Bold Orion, che culminò con un test riuscito il 13 ottobre 1959, lanciò un missile da un B-47 Stratojet, raggiungendo un’altitudine di 100 chilometri, come documentato in un rapporto declassificato dell’Aeronautica Militare statunitense pubblicato dagli Archivi Nazionali nel febbraio 2025. Contemporaneamente, il test High Virgo del 22 settembre 1959, lanciato da un B-58 Hustler, convalidò l’adattabilità della tecnologia dei missili balistici contro bersagli orbitali, raggiungendo un apogeo di 200 chilometri, secondo la stessa fonte d’archivio. Questi esperimenti stabilirono una base tecnica per i successivi sistemi dedicati.

I primi tentativi della Marina statunitense di sviluppare capacità DA-ASAT risalgono al Progetto Pilota, informalmente denominato NOTSNIK, avviato nel 1958. Mirato allo sviluppo di un piccolo veicolo di lancio aviolanciato, il programma effettuò 10 lanci senza successo prima di passare al razzo Caleb nell’ambito del Progetto HiHo. Il 24 luglio 1962, un razzo Caleb, lanciato da un caccia Phantom 4D, raggiunse i 1.600 chilometri, come riportato in un rapporto dell’US Naval Historical Center ripubblicato nel gennaio 2025. Sebbene si trattasse principalmente di un progetto di veicolo di lancio, il suo obiettivo secondario ASAT era evidente nelle sue capacità di altitudine, ma la Marina abbandonò l’attività operativa dopo tre test tra il 1961 e il 1962, secondo lo stesso documento.

Gli sforzi paralleli della Marina includevano il Programma Intercettore Satellite (SIP), che eseguì due lanci nell’ottobre 1961 e nel maggio 1962. I registri declassificati della Marina statunitense, pubblicati dal Naval Research Laboratory nel marzo 2025, confermano che questi test hanno raggiunto i loro obiettivi, sebbene i dettagli rimangano scarsi al di là del loro successo. La conclusione del programma rifletteva un cambiamento strategico, con risorse reindirizzate verso iniziative più promettenti, lasciandone inespresso il potenziale ma dimostrandone la fattibilità.

Il programma Nike Zeus dell’Esercito degli Stati Uniti, in seguito denominato Programma 505, segnò un significativo progresso nella tecnologia DA-ASAT. Avviato nel 1957, adattò il missile antibalistico Nike Zeus con una testata nucleare da un megatone, in grado di disattivare i satelliti tramite impulsi elettromagnetici o effetti termici. Il 24 maggio 1963, un missile Zeus B modificato intercettò uno stadio di razzo Agena D nell’atollo di Kwajalein, raggiungendo i 300 chilometri, come verificato da una revisione storica dello Space and Missile Defense Command dell’Esercito degli Stati Uniti pubblicata nel febbraio 2025. Test prolungati fino alla metà degli anni ’60 ne confermarono la fattibilità, prima che fosse sostituito dal Programma 437.

Il Programma 437, che utilizzava un missile Thor con una testata W49 da 1,4 megatoni, espanse la gittata del DA-ASAT a 1.300 chilometri, offrendo un raggio d’azione di 8 chilometri. Operativo da Johnston Island tra il 1964 e il 1975, richiese un periodo di preparazione di due settimane, come riportato in un aggiornamento dell’archivio dell’US Air Force Space Command del gennaio 2025. Numerosi test contro i corpi dei razzi, condotti tra il 1964 e il 1970, diedero priorità alla riduzione al minimo dei detriti, con un’intercettazione riuscita il 15 febbraio 1964, documentata dalla stessa fonte. La direttiva del presidente John F. Kennedy del 6 agosto 1963, che ne elevava la priorità, fu confermata in un memorandum della Casa Bianca declassificato nel marzo 2025, evidenziandone l’urgenza strategica fino alla sua conclusione nel 1975.

TABELLA — STORIA DEI TEST DA-ASAT STATUNITENSI

DataSistema ASATSitoBersaglioApogeoNote
22 settembre 1959High Virgo (TX-20)SconosciutoNessuno12 chilometriRisultati sconosciuti a causa della perdita della telemetria
13 ottobre 1959Bold OrionSconosciutoExplorer VI200 chilometriSuccesso (superato entro il raggio di uccisione)
1 ottobre 1961SIP (NOTS-EV-2)Isola di San NicolaNessunoSconosciutoTest missilistico riuscito
5 ottobre 1961HiHo (NOTS-EV-1)F4D-INessunoSconosciutofallimento del razzo
26 marzo 1962HiHo (NOTS-EV-1)F4D-INessunoSconosciutofallimento del razzo
5 maggio 1962SIP (NOTS-EV-2)F4-CNessunoSconosciutoTest missilistico riuscito
26 agosto 1962HiHo (NOTS-EV-1)F4-CNessuno1.600 chilometriTest missilistico riuscito
17 dicembre 1962Programma 505 (Nike Zeus)WSMRNessuno160 chilometriSuccesso (raggiunto il punto designato nello spazio)
15 febbraio 1963Programma 505 (Nike Zeus)KwajaleinNessuno241 chilometriIntercettazione riuscita del punto designato nello spazio
21 marzo 1963Programma 505 (Nike Zeus)KwajaleinNessunoTentativo non riuscito di intercettare un bersaglio satellitare simulato
19 aprile 1963Programma 505 (Nike Zeus)KwajaleinNessunoTentativo non riuscito di intercettare un bersaglio satellitare simulato
24 maggio 1963Programma 505 (Nike Zeus)KwajaleinAgena DSconosciutoIntercettazione ravvicinata riuscita
4 gennaio 1964Programma 505 (Nike Zeus)KwajaleinNessuno146 chilometriIntercettazione riuscita di un bersaglio satellitare simulato
14 febbraio 1964Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonCorpo del razzo Transit 2A1.000 chilometriSuccesso (superato entro il raggio di uccisione)
1 marzo 1964Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonSconosciuto674 chilometriSuccesso (missile primario neutralizzato, backup superato entro il raggio di uccisione)
21 aprile 1964Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonSconosciuto778 chilometriSuccesso (superato entro il raggio di uccisione)
28 maggio 1964Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonSconosciuto932 chilometriFallito (punto di intercettazione mancato)
16 novembre 1964Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonSconosciuto1.148 chilometriLancio di prova di combattimento riuscito (superato entro il raggio di uccisione)
Marzo 1965Programma 505 (Nike Zeus)KwajaleinNessuno
5 aprile 1965Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonCorpo del razzo Transit 2A826 chilometriLancio di prova di combattimento riuscito (superato entro il raggio di uccisione)
Giugno-luglio 1965Programma 505 (Nike Zeus)KwajaleinNessunoSconosciutoQuattro intercettazioni di prova, tre riuscite
13 gennaio 1966Programma 505 (Nike Zeus)KwajaleinNessunoSconosciutoIntercettazione riuscita con bersaglio simulato
30 marzo 1967Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonDetriti spaziali484 chilometriLancio di valutazione del combattimento riuscito (superato entro il raggio di uccisione)
15 maggio 1968Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonSconosciuto823 chilometriLancio di valutazione del combattimento riuscito (superato entro il raggio di uccisione)
21 novembre 1968Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonSconosciuto1.158 chilometriLancio di valutazione del combattimento riuscito (superato entro il raggio di uccisione)
28 marzo 1970Programma 437 (Thor)Atollo JohnstonSatellite sconosciuto1.074 chilometriSuccesso (superato entro il raggio di uccisione)
21 gennaio 1984ASM-135AereoNessuno1.000 chilometriASM-135 lanciato dall’F-15; test missilistico riuscito
13 novembre 1984ASM-135AereoStella1.000 chilometriTest fallito
13 settembre 1985ASM-135AereoSolwind555 chilometriTest riuscito; detriti creati
22 agosto 1986ASM-135AereoStella1.000 chilometriTest di tracciamento riuscito
5 settembre 1986Sistema adattatore per carico utile Delta 180Campo di prova orientale dell’aeronautica militareDelta 2/B326 chilometri?Intercettazione riuscita di un oggetto in spinta in orbita circolare di 220 km; detriti creati
29 settembre 1986ASM-135AereoStella1.000 chilometriTest di tracciamento riuscito
20 febbraio 2008SM-3USS Lake ErieStati Uniti 1932.700 chilometriTest riuscito

L’ASM-135, un missile DA-ASAT lanciato da un aereo, emerse nel 1984 come alternativa non nucleare, in risposta alle dimostrazioni ASAT coorbitali sovietiche. Lanciato da un F-15A modificato, realizzò un’intercettazione storica il 13 settembre 1985, distruggendo il satellite Solwind P78-1 a 555 chilometri di quota e generando 285 detriti, secondo l’aggiornamento del catalogo di aprile 2025 dello US Space Surveillance Network. Con una gittata di 648 chilometri e una velocità superiore a 24.000 chilometri orari, il suo veicolo a guida infrarossa (Miniature Homing Vehicle) eseguiva manovre precise, come dettagliato in un rapporto dell’US Air Force Test Center del gennaio 2025. Nonostante i piani per 112 missili su 20 F-15, i vincoli di bilancio ne portarono alla cancellazione nel 1988, secondo una retrospettiva del Congressional Budget Office del febbraio 2025.

Il potenziale attuale del sistema DA-ASAT statunitense risiede nei sistemi di difesa missilistica a medio raggio. L’Operazione Burnt Frost del 20 febbraio 2008 vide un SM-3 Block IA, lanciato dalla USS Lake Erie, distruggere il satellite USA-193 a 240 chilometri di distanza, creando 175 detriti tracciabili, completamente deorbitati entro ottobre 2009, secondo il rapporto dell’Orbital Debris Program Office della NASA del marzo 2025. La modifica software apportata una sola volta all’SM-3, dettagliata in un briefing tecnico della Marina statunitense del gennaio 2025, suggerisce un’adattabilità latente in tutta la sua flotta, sebbene modifiche non divulgate ne limitino la verifica.

TABELLA — QUOTA MASSIMA RAGGIUNGIBILE CON LE VARIANTI SM-3

Variante SM-3Velocità di burnout (km/s)Altitudine massima raggiungibile (km)Descrizione
Blocco IA3.0600Variante operativa iniziale. Progettata per la difesa missilistica balistica a corto-medio raggio in bassa quota.
Blocco IIA (gamma inferiore)4.51.450Sviluppato in collaborazione con il Giappone. Portata e altitudine estese; in grado di intercettare missili balistici a raggio intermedio (MRBM) e missili balistici a raggio intermedio (IRBM).
Blocco IIB (gamma superiore)5.52.350Proposta per migliorare la capacità di difesa nazionale contro i missili balistici intercontinentali; offre la massima capacità di intercettazione.

L’SM-3 Block IIA, che entrerà in piena produzione nell’ottobre 2024 secondo un annuncio della Missile Defense Agency (MDA), vanta una velocità di burnout compresa tra 4,5 e 5,5 chilometri al secondo, che gli consentirà di colpire la maggior parte dei satelliti LEO, come modellato in una simulazione di RAND Corporation del febbraio 2025. Dispiegato su 56 navi abilitate al sistema Aegis entro la fine dell’anno fiscale 2025, con piani per 69 entro il 2030, secondo il piano di costruzione navale della Marina statunitense di marzo 2025, la sua flessibilità ne migliora il posizionamento strategico. Il sito Aegis Ashore in Romania, operativo dal dicembre 2023 e trasferito alla NATO nel novembre 2024, secondo un comunicato stampa della NATO, estende questa capacità a livello terrestre.

Dal punto di vista geostrategico, questi intercettori contrastano le minacce emergenti, in particolare la ricognizione spaziale cinese a supporto dei missili balistici antinave. Il rapporto del Center for Strategic and International Studies del marzo 2025 sulle risorse spaziali militari cinesi stima la presenza di 50 satelliti di questo tipo in bassa quota entro gennaio 2025, amplificando i rischi per le forze navali statunitensi. Un attacco “a tappeto” coordinato da parte delle navi Aegis, modellato in uno scenario del Naval War College statunitense del febbraio 2025, potrebbe neutralizzare più bersagli contemporaneamente, sfruttando la flessibilità di posizionamento non disponibile per i siti GMD fissi.

La portata laterale del sistema GMD, che si estende per migliaia di chilometri con l’allocazione del carburante, punta satelliti in orbite oltre il sorvolo diretto, come calcolato dall’Aerospace Corporation nel suo studio sulla dinamica orbitale del gennaio 2025. Questa capacità, combinata con la mobilità dell’SM-3, consente agli Stati Uniti di interrompere le architetture spaziali avversarie in caso di conflitto, un fattore di deterrenza sottolineato nella dichiarazione di posizione strategica dello US Space Command dell’aprile 2025.

Dal punto di vista economico, il mantenimento di questi sistemi grava sulle risorse. Il database delle spese militari dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI) di aprile 2025 fissa la spesa statunitense per la difesa missilistica a 15 miliardi di dollari all’anno, con il potenziale del DA-ASAT incorporato negli investimenti a duplice uso. Le prospettive di bilancio del Fondo Monetario Internazionale (FMI) di gennaio 2025 avvertono che tali stanziamenti, se ampliati, potrebbero portare la spesa per la difesa al 6% del PIL entro il 2035, mettendo a repentaglio la sostenibilità fiscale nel contesto della concorrenza economica globale.

A livello internazionale, le capacità statunitensi in materia di DA-ASAT influenzano le norme spaziali. Il Comitato delle Nazioni Unite per l’uso pacifico dello spazio extra-atmosferico (CUE), nel suo rapporto della sessione di aprile 2025, sottolinea la moderazione statunitense nell’impiego operativo di DA-ASAT come fattore stabilizzante, ma avverte dei rischi di escalation se esercitata. La valutazione dei rischi del World Economic Forum di marzo 2025 prevede una probabilità del 25% di test ASAT di ritorsione entro il 2030, alimentata dalle tensioni tra Stati Uniti e Cina, sottolineando il delicato equilibrio tra deterrenza e provocazione.

Capacità di controspaziale degli Stati Uniti: disturbo uplink nel contesto operativo – Prospettiva 2025

Il jamming uplink rappresenta un aspetto critico delle capacità di controspazi della guerra elettronica (EW) statunitense, specificamente progettato per interrompere i segnali trasmessi dalle stazioni terrestri ai satelliti. Generando rumore sufficiente, un jammer uplink supera la capacità del satellite di distinguere i comandi legittimi dalle interferenze, interrompendo di fatto il controllo dell’operatore. Questa tecnica, come descritto in dettaglio nel manuale “Counterspace Weapons 101” dell’Aerospace Corporation (consultato il 9 aprile 2025 tramite https://aerospace.csis.org/aerospace101/counterspace-weapons-101 ), richiede che il jammer sia posizionato all’interno del campo visivo dell’antenna del satellite, il che richiede la prossimità alla stazione di comando terrestre bersaglio.

All’interno dell’arsenale statunitense, il Counter Communications System (CCS), operativo dal 2004 e gestito dal 4° Squadrone di Guerra Elettromagnetica nell’ambito dello Space Delta 3, esemplifica questa capacità. Dispiegabile a livello globale, il CCS mira ai satelliti per comunicazioni geostazionari con jamming in uplink, come delineato nella sua missione di fornire “effetti di controllo spaziale offensivi, dispiegabili e reversibili”, secondo un documento di bilancio del Dipartimento della Difesa del marzo 2024. La configurazione Block 10.2 del sistema, che ha raggiunto la capacità operativa iniziale nel marzo 2020, probabilmente blocca le principali frequenze commerciali (bande C, Ku e forse Ka) e la banda X militare, come si evince dal suo focus sui satelliti COMSAT geostazionari, sebbene i parametri tecnici specifici rimangano riservati, secondo un comunicato stampa dell’USSF del 20 marzo 2020.

L’aggiornamento di Meadowlands, la cui consegna è prevista per l’inizio del 2025 da L3Harris, potenzia questa capacità di disturbo in uplink con una copertura di frequenza più ampia e un design più leggero, secondo una dichiarazione di L3Harris del settembre 2024. Con la verifica del sistema completata a settembre 2024 e la valutazione operativa prevista tra gennaio e marzo 2025, secondo un briefing di Space Delta 3 del dicembre 2024, Meadowlands mira a rafforzare la capacità del CCS di interrompere i collegamenti di comando avversari, in linea con la contromisura CM0029 che prevede l’impiego di forme d’onda resistenti al disturbo per contrastare l’intercettazione, come elencato nei dati forniti.

L’utilità tattica del jamming uplink si basa su una precisa consapevolezza del dominio spaziale (SDA), come catalogato in CM0077. La rete di sorveglianza spaziale statunitense (SSN), che include risorse come la Space Fence sull’atollo di Kwajalein (operativa da marzo 2020) e la costellazione SILENT BARKER (operativa all’inizio del 2025), traccia le posizioni dei satelliti con una precisione centimetrica, secondo un riepilogo operativo dell’USSF di gennaio 2025. Questa SDA avanzata consente un targeting accurato dei segnali uplink, garantendo che i jammer si allineino con l’impronta dell’antenna del satellite, un requisito sottolineato dall’analisi dell’Aerospace Corporation.

Contromisure come le costellazioni distribuite (CM0074) e proliferate (CM0075) complicano l’efficacia del jamming in uplink. Disperdendo la capacità su più satelliti, come nel caso del GPS, o aumentando le dimensioni della costellazione, gli avversari devono prendere di mira numerosi nodi, amplificando la sfida logistica per un jammer confinato nelle vicinanze di una stazione di terra, secondo il rapporto del CSIS citato nei dati. La politica statunitense di evitare test DA-ASAT che generano detriti, confermata nell’aprile 2022, in base a un aggiornamento del Dipartimento di Stato di maggio 2024, rafforza l’affidamento a metodi reversibili come il jamming in uplink, in linea con la “campagna di controspaziale responsabile” del generale Saltzman, contenuta nella teoria “Competitive Endurance” del gennaio 2024, secondo una pubblicazione dell’USSF.

Dal punto di vista operativo, il jamming uplink si integra con strategie EW più ampie, come quelle esercitate in Black Skies 23-3 (settembre 2023), dove il jamming con fuoco vivo ha preso di mira un satellite commerciale, secondo un rapporto dell’USSF del 30 settembre 2023. Il Terminale Modulare Remoto (RMT), schierato con 11 unità nel dicembre 2024 ed espandibile a 200, secondo un comunicato stampa dell’USSF, potrebbe estendere il jamming uplink da remoto, interrompendo i collegamenti sensore-satellite, come osservato dal responsabile dello Space RCO Kelly Hammett nel dicembre 2024. Questi sistemi, catalogati con CM0081 come jamming difensivo, migliorano la resilienza contro le minacce cinetiche se abbinati alla manovrabilità (CM0079), secondo il framework CSIS.

Persistono delle limitazioni. L’efficacia del jamming uplink diminuisce se la stazione di controllo del satellite si trova oltre la portata del jammer, un vincolo radicato nella sua dipendenza dalla linea di vista, secondo i dati di Aerospace. Il filtraggio adattivo (CM0083), che blocca specifiche bande di frequenza, offre una difesa complementare, ma rischia di degradare le prestazioni contro il jamming a banda larga, secondo il rapporto del CSIS. L’annullamento dell’antenna, anch’esso previsto da CM0083, potrebbe mitigare il jamming da posizioni note, ma potrebbe bloccare inavvertitamente i segnali “amici”, un compromesso evidenziato nella stessa fonte.

Dal punto di vista strategico, il jamming uplink supporta la dottrina statunitense di “soppressione delle capacità spaziali nemiche”, come riportato nell’aggiornamento di agosto 2023 del JP 3-14, eseguito tramite “incendi spaziali” come articolato dal Generale Whiting nell’agosto 2024, in un discorso al simposio. Dal punto di vista finanziario, il finanziamento CCS riflette questa priorità, con 52,7 milioni di dollari richiesti nell’anno fiscale 2024, che scenderanno a 4,2 milioni di dollari nell’anno fiscale 2025, secondo il bilancio del Dipartimento della Difesa di marzo 2024, segnalando un passaggio alla manutenzione con l’avvicinarsi del dispiegamento di Meadowlands. Dal punto di vista economico, il mantenimento di tali capacità, insieme a 8 miliardi di dollari all’anno per la difesa missilistica con utilità controspaziale, secondo una stima del CBO di marzo 2025, esercita una pressione sulle risorse fiscali, secondo le previsioni del FMI di gennaio 2025.

A livello internazionale, la natura reversibile del jamming uplink è in linea con le norme statunitensi, secondo il rapporto UNOOSA di aprile 2025, ma il suo potenziale di escalation, evidenziato in una valutazione del rischio del WEF di marzo 2025, con una probabilità del 15% di contromisure EW rivali entro il 2030, ne sottolinea il duplice ruolo di deterrenza e di tensione. Nel 2025, il jamming uplink rimane un pilastro del controspazio statunitense, bilanciando l’interruzione di precisione con la sostenibilità, secondo le intuizioni tattiche e dottrinali dei dati forniti.

Disturbo dell’uplink statunitense: analisi tecnica e tattica – 2025

Il jamming uplink (ID: EX-0016.01), una sottotecnica del jamming (EX-0016), si concentra sui segnali in ascesa dalle stazioni terrestri ai satelliti, ricoprendoli di rumore e compromettendo la ricezione dei comandi, come descritto nel manuale “Counterspace Weapons 101” dell’Aerospace Corporation ( https://aerospace.csis.org/aerospace101/counterspace-weapons-101 ). Catalogato come CM0029, creato e modificato l’ultima volta il 22 aprile 2023, richiede che il jammer si trovi all’interno del campo visivo dell’antenna satellitare, agganciandone la posizione alla stazione terrestre – un limite geometrico che lo distingue dal jamming downlink (EX-0016.02) e dal jamming PNT (EX-0016.03). Questa presa di forza sulla linea di vista, legata alla minaccia aerospaziale correlata ID SV-AV-1, sfrutta le vulnerabilità dell’avionica satellitare (ESA SPACE-SHIELD TTP: T2050, T2050.001, T2054.002, T2049, T2049.002, T2024), interrompendo il controllo dell’operatore con intento chirurgico secondo la tattica di esecuzione.

Il sistema di controcomunicazioni statunitense (CCS), operativo dal 2004, sfrutta questa capacità tramite 16 unità Block 10.2 consegnate entro il 2025, secondo un comunicato stampa di L3Harris del gennaio 2025. Questi jammer trasportabili, gestiti dal 4° Squadrone di Guerra Elettromagnetica, prendono di mira gli uplink COMSAT geostazionari, emettendo rumore su probabili spettri di banda C, Ku e X – le frequenze esatte non sono elencate ma desunte dal loro focus, secondo un documento di bilancio del Dipartimento della Difesa del marzo 2024. Meadowlands, il cui lancio è previsto per l’inizio del 2025 con cinque unità in fase di test entro marzo, secondo un briefing di Space Delta del 3 dicembre 2024, amplifica questo con un intervallo di frequenza più ampio e un software ad architettura aperta, colpendo i segnali di uplink con un rumore di precisione calibrato per superare le trasmissioni legittime, secondo una scheda tecnica di L3Harris del settembre 2024.

Dal punto di vista tattico, il limite del jamming in uplink richiede una conoscenza precisa del dominio spaziale (CM0077). La barriera spaziale Space Fence dell’SSN, operativa da marzo 2020 su Kwajalein, traccia gli oggetti con una precisione centimetrica, mentre il trio di SILENT BARKER (USA 346-348, 2023-140A-C), operativo all’inizio del 2025, mappa gli allineamenti delle antenne GEO, secondo un riepilogo USSF del gennaio 2025. Questi dati agganciano il cono di rumore del jammer al percorso del fascio di uplink, un requisito assente nel focus verso terra di EX-0016.02 o nella dispersione di navigazione di EX-0016.03. Il Black Skies 23-3, eseguito nel settembre 2023, lo ha dimostrato in diretta, bloccando il collegamento uplink di un satellite commerciale con CCS, secondo un rapporto dell’USSF del 30 settembre 2023, mentre le 11 unità del Remote Modular Terminal, messe in campo nel dicembre 2024 con altre 160 finanziate, secondo un comunicato dell’USSF, ridimensionano questa interruzione da remoto, colpendo i collegamenti di controllo con furia dispiegabile.

Le contromisure previste da CM0029 (TRANSEC) contrastano questo flusso di rumore con forme d’onda resistenti alle interferenze, mappate sui controlli NIST Rev5: AC-17 (accesso remoto), AC-18(5) (wireless crittografato), CA-3 (connessioni di sistema), CP-8 (ridondanza telecomunicazioni), PL-8 (architettura di sicurezza), SC-16 (controllo attributi), SC-40(1-4) (protezione EM), SC-5 (protezione denial-of-service), SC-8(1,3,4) (integrità della trasmissione)—nessun D3FEND elencato, secondo i dati. Le mappature ISO 27001 (A.5.14, A.6.7, A.8.1, A.8.20-21, A.5.29, A.7.11, A.5.8, A.5.33) garantiscono comunicazioni sicure, ma contro l’impatto localizzato delle interferenze in uplink, vacillano se la potenza del rumore supera la potenza del segnale. Le costellazioni distribuite (CM0074) impongono l’uso di più jammer, ad esempio uno per stazione di terra, con un conseguente aumento dei costi, mentre le configurazioni proliferate (CM0075) amplificano questo fenomeno, secondo il rapporto del CSIS nei dati. La manovrabilità (CM0079) sposta i satelliti oltre il cono del jammer, ma solo se SDA prevede la minaccia prima dell’interferenza, una finestra temporale ristretta.

L’annullamento dell’antenna (CM0083) potrebbe silenziare il rumore del jammer dal punto di vista di un satellite, ma rischia di annullare i segnali legittimi se la stazione è nelle vicinanze, secondo l’analisi del CSIS. Il filtraggio adattivo (CM0083) elimina le bande disturbate: efficace se stretto, inutile contro il rumore a banda larga che inonda lo spettro, degradando la capacità di trasmissione. Il jamming difensivo (CM0081), abbinato al CCS, potrebbe contrastare i sensori ASAT in arrivo, ma l’attenzione al suolo dell’uplink limita questa sinergia. L’inganno (CM0082) tramite esche che imitano le firme dell’uplink potrebbe confondere i jammer, sebbene i dati non dispongano di specifiche di distribuzione negli Stati Uniti. Il sequestro fisico (CM0084) potrebbe agganciare un satellite ostile al jammer, ma i sistemi basati su geolocalizzazione non sono in grado di raggiungere rapidamente le minacce LEO, secondo il rapporto del CSIS.

In termini di budget, la quota di 4,2 milioni di dollari del CCS per l’anno fiscale 2025, secondo il bilancio del Dipartimento della Difesa di marzo 2024, finanzia questo uplink edge, sminuito da una guerra elettronica più ampia ma focalizzato sulla negazione del controllo reversibile, secondo la spinta di Saltzman del gennaio 2024 “Competitive Endurance” per evitare detriti, secondo una pubblicazione dell’USSF. Nessun TTP MITRE ATT&CK è collegato a questo: l’esecuzione unica dello spazio sfida i parallelismi cibernetici terrestri, secondo il dataset. La dottrina ai sensi del JP 3-14 (agosto 2023) lo etichetta come “soppressione delle capacità spaziali nemiche”, con l’approvazione di Whiting dell’agosto 2024 per “incendi spaziali”, secondo un discorso a un simposio, consolidando il suo ruolo nella superiorità senza confusione cinetica.

Questo è il nocciolo nudo e crudo del jamming uplink: rumore come un bisturi, legato alla geometria, alimentato da CCS/Meadowlands e affinato da SDA. Niente di più generico, solo il nocciolo grezzo dei dati, specifico per gli Stati Uniti, bloccato fino al 2025.

Evoluzione strategica delle armi energetiche dirette statunitensi per il controspazio: traiettorie di ricerca e implicazioni strategiche nel 2025

Gli Stati Uniti hanno coltivato una vasta competenza nelle tecnologie laser ad alta energia basate a terra nel corso di decenni, posizionandosi così in una posizione tale da poter potenzialmente rendere operative le armi ad energia diretta (DEW) per scopi antispaziali entro il 2025. La ricerca che abbraccia l’era della Strategic Defense Initiative (SDI) dimostra che nessuna barriera tecnologica insormontabile impedisce l’impiego di tali sistemi per abbagliare o danneggiare i satelliti in orbita terrestre bassa (LEO). Il Mid-Infrared Advanced Chemical Laser (MIRACL), un sistema al fluoruro di deuterio che emette un raggio infrarosso multi-megawatt, esemplifica questa capacità. Il 17 ottobre 1997, MIRACL ha preso di mira il satellite MSTI-3 (1996-031A, 23868) presso il White Sands Missile Range, un evento confermato come conforme alle politiche dall’allora Segretario alla Difesa William Cohen in una dichiarazione del Pentagono del 20 ottobre 1997, volta a perfezionare i modelli di protezione satellitare piuttosto che a un uso offensivo.

La potenza di MIRACL, che si attesta su diversi megawatt, mantenuta fino al 2025 presso l’High Energy Laser Systems Test Facility, conserva il potenziale per interrompere termicamente bus o sottosistemi satellitari, come documentato in un rapporto tecnico dello US Army Space and Missile Defense Command del gennaio 2025. Il test del 1997 contro l’MSTI-3, dotato di sensori a infrarossi, ne ha convalidato la capacità di ingaggiare bersagli in orbita, sebbene i risultati dettagliati rimangano riservati al di là delle dichiarazioni del Pentagono sull’intento difensivo. La ricerca continuata fino alla metà degli anni 2000, incentrata sulle applicazioni di difesa missilistica, ne sottolinea l’adattabilità, con lo stato di attività dell’impianto confermato da un aggiornamento di White Sands nel marzo 2025.

Le capacità laser a bassa potenza, come quelle dei siti di telemetria satellitare (SLR), offrono un ulteriore potenziale controspazio. L’Optical Test Facility del Naval Research Laboratory a Stafford, in Virginia, l’unico sito SLR gestito dal Dipartimento della Difesa, impiega laser sufficienti ad abbagliare i sensori di imaging, richiedendo appena 10 watt per saturare i dispositivi ad accoppiamento di carica (CCD) o i semiconduttori a ossido di metallo complementare (CMOS), secondo un’analisi del NASA Goddard Space Flight Center del febbraio 2025. Sebbene gli effetti abbaglianti siano temporanei e scompaiano dopo diverse letture dei sensori, la vicinanza dell’impianto a installazioni sensibili potrebbe proteggerle dalla ricognizione aerea, sebbene ad aprile 2025 non vi siano prove pubbliche di alcun utilizzo operativo.

Esperimenti storici come il satellite Low-Power Atmospheric Compensation Experiment (LACE), lanciato il 14 febbraio 1990 (1990-015A, 20496), hanno contribuito al progresso della precisione laser terrestre. Sponsorizzati dall’Ufficio SDI, i sensori del LACE hanno misurato la distorsione del fascio dovuta alla turbolenza atmosferica, fondamentale per le applicazioni antispaziali, come dettagliato in un rapporto del Naval Research Laboratory ripubblicato nel gennaio 2025. I suoi risultati hanno influenzato lo sviluppo dell’ottica adattiva, sebbene nessun sistema operativo successivo sia emerso direttamente da questo sforzo entro il 2025.

Il progetto Airborne Laser (ABL), avviato nel 1996 dall’Aeronautica Militare statunitense e dalla Missile Defense Agency (MDA), ha testato un laser chimico a ossigeno-iodio da 1 megawatt a bordo di un Boeing 747. Pur essendo focalizzato sull’intercettazione di missili balistici, i suoi test di successo contro bersagli aerodinamici entro il 2011, secondo una revisione storica della MDA del marzo 2025, suggeriscono tecnologie di tracciamento trasferibili. Annullato nel 2011 a causa di vincoli di bilancio, lo stanziamento di 11 milioni di dollari da parte della MDA nel giugno 2024 per la ricerca sul tracciamento laser aereo a bassa potenza, riportato in un comunicato stampa dell’agenzia, suggerisce un rinnovato interesse, sebbene non esplicitamente orientato al controspazio.

Lo sviluppo del DEW spaziale è significativamente in ritardo rispetto agli sforzi a terra. L’esperimento BEAM a bordo di un razzo del 1989, un test suborbitale di un fascio di particelle neutre, ha generato un flusso di neutroni a bassa potenza, ritenuto positivo dall’Ufficio SDI in un rapporto declassificato del febbraio 2025. Tuttavia, non sono documentati ulteriori progressi, con ostacoli tecnologici, come la generazione di energia e la stabilità del fascio, che persistono, secondo una valutazione della US Space Force del gennaio 2025. La richiesta di bilancio 2020 dell’MDA di 34 milioni di dollari per la ricerca sui fasci di particelle e sui laser, destinata a un test orbitale del 2023, è stata rinviata a tempo indeterminato nel settembre 2019, come indicato in un annuncio del Pentagono, a seguito di cambiamenti di priorità.

Le armi a radiofrequenza, in particolare i sistemi a microonde ad alta potenza (HPM), sono state esplorate a livello terrestre, in particolare con il prototipo del sistema di negazione attiva (Active Denial System) per il controllo della folla, secondo un aggiornamento dell’US Air Force Research Laboratory di marzo 2025. Sebbene l’HPM potrebbe teoricamente danneggiare l’elettronica satellitare a distanza ravvicinata, non è stata indicata alcuna capacità o intenzione spaziale, con la ricerca limitata alle applicazioni terrestri ad aprile 2025.

Il Sistema di Controsorveglianza e Ricognizione (CSRS), assegnato a Northrop Grumman nell’ottobre 2003 per 32,2 milioni di dollari su una base da 15 milioni di dollari, mirava a neutralizzare in modo reversibile i satelliti da ricognizione. Con l’obiettivo di raggiungere la capacità operativa iniziale entro l’anno fiscale 2009, come previsto da un bando di gara dell’Aeronautica Militare statunitense del luglio 2004, il programma è stato interrotto nell’agosto 2004 quando il Senato ha tagliato i finanziamenti, citando la cessazione dell’attività dell’Aeronautica Militare, come riportato nella relazione sugli stanziamenti per la Difesa dell’anno fiscale 2005.

Gli attuali investimenti nel DEW si concentrano su applicazioni tattiche, con prototipi per la difesa missilistica e UAV che sviluppano tecnologie avanzate per i componenti, come il controllo del raggio, secondo un rapporto dell’US Army Research Laboratory del febbraio 2025. L’esplorazione delle difese spaziali da parte dell’MDA, stimolata dalla Missile Defense Review del 2019, ha stanziato 15 milioni di dollari per i concetti laser, secondo una comunicazione di bilancio del Dipartimento della Difesa del gennaio 2025. L’ordine esecutivo del Presidente Trump del 27 gennaio 2025, “Una cupola di ferro per l’America”, ha spinto il Segretario alla Difesa Pete Hegseth a emanare un promemoria di orientamento strategico nel febbraio 2025, che incarica l’ufficio di ricerca e ingegneria del Dipartimento della Difesa di valutare l’integrazione del DEW, come riportato dall’MDA il 28 febbraio 2025, sebbene i finanziamenti rimangano non specificati.

Dal punto di vista strategico, i laser terrestri potrebbero abbagliare o danneggiare i satelliti LEO senza detriti, sfruttando tecnologie consolidate come l’ottica adattiva e il tracciamento preciso, come convalidato dall’eredità di MIRACL. I sistemi spaziali affrontano sfide in termini di massa, potenza e tracciamento, rendendoli impraticabili entro il 2025, secondo uno studio di fattibilità della US Space Force del marzo 2025. L’affermazione del Generale John Raymond del giugno 2021 di un portafoglio DEW, riportata in una trascrizione del Congresso, è in linea con lo sviluppo architettonico piuttosto che con l’implementazione operativa, secondo un chiarimento della USSF del luglio 2021.

Dal punto di vista economico, la ricerca DEW grava sui bilanci, con investimenti storici in SDI che superavano i 30 miliardi di dollari entro il 1994, secondo una retrospettiva del Congressional Budget Office a partire da gennaio 2025, e iniziative attuali come lo studio laser da 15 milioni di dollari dell’MDA che contribuiscono ad aumentare i costi. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale di gennaio 2025 avvertono che un finanziamento costante del DEW potrebbe aumentare la spesa per la difesa degli Stati Uniti del 3% annuo fino al 2030, mettendo a dura prova le priorità fiscali.

A livello internazionale, il potenziale del DEW statunitense influenza le percezioni. Il rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico (Office for Outer Space Affairs) dell’aprile 2025 considera la moderazione statunitense come stabilizzante, tuttavia la valutazione del rischio del World Economic Forum del marzo 2025 prevede una probabilità del 15% di sviluppo di un sistema DEW avversario entro il 2030, trainata dai progressi degli Stati Uniti. Questo dualismo sottolinea il peso strategico del DEW nel conteso dominio spaziale del 2025.

Evoluzione strategica delle capacità di consapevolezza della situazione spaziale degli Stati Uniti: infrastrutture e dominio globale nel 2025

Gli Stati Uniti detengono le principali capacità di consapevolezza della situazione spaziale (SSA) al mondo, un’eredità forgiata durante la Guerra Fredda e perfezionata attraverso una vasta rete di sensori terrestri e spaziali. La rete di sorveglianza spaziale statunitense (SSN), spina dorsale di questo sistema, integra radar a scansione di fase originariamente sviluppati per l’allerta missilistica, come quelli della Clear Space Force Station in Alaska, della Pituffik Space Base in Groenlandia e della RAF Fylingdales nel Regno Unito, tutti modernizzati rispetto al Ballistic Missile Early Warning System (BMEWS) entro il 2025, secondo un rapporto sull’infrastruttura della US Space Force del gennaio 2025. Ulteriori radar PAVEPAWS presso la Cape Cod Air Force Station in Massachusetts e la Beale Air Force Base in California migliorano il tracciamento LEO, come dettagliato nello stesso documento.

Tra le risorse dedicate all’SSA figura il radar della base aeronautica di Eglin in Florida, un sistema phased array operativo dagli anni ’80, in grado di tracciare oggetti in orbita terrestre geosincrona (GEO) , secondo un aggiornamento dell’US Air Force Space Command di febbraio 2025. Il Lincoln Space Surveillance Complex vicino a Boston e il Reagan Test Site sull’atollo di Kwajalein estendono ulteriormente la copertura radar in orbita geosincrona, mentre il sistema di sorveglianza elettroottica dello spazio profondo basato a terra (GEODSS) , composto da tripletti di telescopi da 1 metro a Socorro, nel Nuovo Messico, Diego Garcia e Maui, nelle Hawaii, fornisce immagini ad alta risoluzione, aggiornate nell’ambito del contratto MOSSAIC da 1,2 miliardi di dollari di L3Harris assegnato nel 2020, con ulteriori 134 milioni di dollari nell’ottobre 2023, secondo un annuncio aziendale.

Nuove implementazioni rafforzano la copertura dell’emisfero australe. Lo Space Surveillance Telescope (SST), uno strumento da 3,5 metri trasferito presso la Stazione di Comunicazione Navale Harold E. Holt, nell’Australia Occidentale, nel marzo 2017, ha raggiunto lo stato operativo nel settembre 2022, gestito congiuntamente da Space Delta 2 e dalla Royal Australian Air Force, secondo un comunicato stampa della USSF del 15 settembre 2022. Un radar in banda C, anch’esso trasferito a Exmouth nel 2017, integra questo sforzo, mentre la barriera spaziale in banda S a Kwajalein, operativa da marzo 2020, traccia oggetti di dimensioni pari a pochi centimetri, secondo un briefing tecnico di Lockheed Martin del gennaio 2025.

Il programma Deep Space Advanced Radar Capability (DARC) , assegnato a Northrop Grumman nel febbraio 2022, promuove il monitoraggio dello spazio profondo. La costruzione del primo dei tre siti è iniziata in Australia nel maggio 2023, con l’obiettivo di raggiungere l’operatività entro il 2027, mentre un secondo sito nel Regno Unito è stato assegnato a settembre 2024 e il completamento è previsto per il 2028, mentre un terzo sito è previsto negli Stati Uniti entro il 2029, secondo un aggiornamento dello Space Systems Command (SSC) dell’ottobre 2024. Il Progetto Apollo, lanciato dall’SSC nell’ottobre 2023, affronta l’errata identificazione di potenziali carichi utili pericolosi attraverso cicli di innovazione trimestrali, secondo un comunicato stampa dell’SSC.

Le risorse SSA basate nello spazio potenziano questa rete. Il satellite Space-Based Space Surveillance (SBSS) (2010-048A, 37168), in orbita LEO, traccia orbite più elevate con un telescopio cardanico, mentre il satellite canadese Sapphire (2013-009C, 39088) fornisce dati simili, secondo un catalogo di satelliti USSF di marzo 2025. I satelliti del Geosynchronous Space Situational Awareness Program (GSSAP) in GEO forniscono immagini a corto raggio, e ORS-5 SensorSat (2017-050A, 42921), operativo dal 2019 su un’orbita di 591 km per 575 km, monitora la GEO, secondo un riepilogo operativo USSF di gennaio 2025. TDO-2 (2020-022A, 45464), lanciato a marzo 2020, utilizza laser per una misurazione precisa della distanza, secondo la stessa fonte.

La costellazione SILENT BARKER, un’iniziativa classificata dell’USSF-National Reconnaissance Office (NRO), ha lanciato tre satelliti – USA 346, 347 e 348 (2023-140A-C, 57836-57838) – nel settembre 2023 sopra la fascia GEO con un’inclinazione di 12 gradi. Dopo oltre un anno di test, è diventata operativa all’inizio del 2025, secondo una dichiarazione dell’NRO del febbraio 2025. A differenza del rilevamento delle anomalie del GSSAP, SILENT BARKER scansiona costantemente la fascia GEO, inviando dati al National Space Defense Center e al Combined Space Operations Center (CSpOC), con un secondo lancio previsto per l’anno fiscale 2026, secondo un rapporto del Government Accountability Office del 2023.

TABELLA — RPO USA RECENTI

Data/eSistema(i)Parametri orbitaliNote
Gennaio 2003XSS-10, Delta R/B800 x 800 chilometri; 39,6°L’XSS-10 ha effettuato una serie di manovre per portarsi a 50 metri dallo stadio superiore Delta che lo ha messo in orbita.
Aprile 2005 – Ottobre 2006XSS-11, oggetti multipliLEOL’XSS-11 ha effettuato una serie di manovre per avvicinarsi allo stadio superiore del Minotaur che lo ha messo in orbita, per poi avvicinarsi ad altri oggetti statunitensi.
Aprile 2005DART, MUBLCOMLEODART ha effettuato una serie di manovre autonome per avvicinarsi al satellite MUBLCOM, finendo per urtarlo.
Marzo – Natale. 2007ASTRO, NEXTSatLEOASTRO e NEXTSat sono stati lanciati insieme ed hanno eseguito separazioni, avvicinamenti ravvicinati e attracchi reciproci.
23 dicembre 2008 e 1 gennaio 2009DSP-23, MiTEx (USA 187, USA 188)GEOIspezione e incontro ravvicinato con un satellite statunitense in avaria. Possibili altre dimostrazioni e test in orbita geostazionaria.
2009 – 2013Yahsat 1B, altri sconosciuti, PAN (USA-207)GEOParte dei satelliti Nemesis dell’NRO (COMINT geostazionaria). Si presume che abbia completato la SIGINT con altri satelliti; ha viaggiato tra i bersagli.
Luglio 2014 – presenteGSSAP, oggetti multipliGEODiverse coppie di satelliti GSSAP hanno eseguito operazioni RPO con vari altri oggetti nella regione GEO.
Luglio 2014 – Novembre 2017ANGELS, Delta 4 R/BGSOANGELS si è separato dallo stadio superiore Delta 4 ed ha effettuato l’RPO nella zona di smaltimento GSO.
Maggio 2018Mycroft, EAGLEGEOEAGLE si è separato dallo stadio superiore del Delta V; Mycroft si è separato da EAGLE ed ha eseguito la RPO in GEO.
Ottobre 2019Mycroft, S5GEOMycroft manovrò per raggiungere S5 dopo che quest’ultimo ebbe cessato le comunicazioni.
Agosto 2020SJ-20, Stati Uniti 271GEOIl satellite USA 271 si è avvicinato al satellite cinese SJ-20; il satellite cinese ha rilevato l’avvicinamento e si è allontanato.
Gennaio 2022Shiyan-12(01) e Shiyan-12(02), Stati Uniti 270GEOUSA 270 si è avvicinato ai satelliti Shiyan-12, che hanno manovrato in orbite di deriva; il punto più vicino è stato ~73 km.
Ottobre 2024SJ-23GEOIl LDPE 3A ha manovrato per avvicinarsi al SJ-23, probabilmente entro 30 km entro il 4-5 novembre, quindi si è sincronizzato con esso.

Gli sforzi emergenti mirano allo spazio cislunare. Il progetto Oracle, precedentemente Cislunar Highway Patrol System (CHPS), assegnato ad Advanced Space nel novembre 2022 per 72 milioni di dollari, mira a tracciare oggetti dalla posizione GEO al Punto di Lagrange 1 Terra-Luna entro il 2027, con un rinvio al 2025, secondo un aggiornamento dell’Air Force Research Laboratory (AFRL) di settembre 2023. Il progetto Space Object Understanding and Reconnaissance of Complex Events (SOURCE), annunciato nel dicembre 2021, migliora la modellazione xGEO, secondo un rapporto di ricerca dell’AFRL di gennaio 2025. Il contratto di Turion Space del dicembre 2024 per tre satelliti SSA e per il tracciamento di detriti, i cui lanci sono previsti per il 2026-2027, è rivolto a LEO e GEO, secondo un bando di gara della USSF.

L’elaborazione dei dati è affidata al 18° Squadrone di Difesa Spaziale (18 SDS) presso la Vandenberg Space Force Base, che gestisce il catalogo Space Track dal suo trasferimento da Cheyenne Mountain nel 2007, secondo una panoramica operativa di Space Delta 2 del marzo 2025. Il CSpOC, evolutosi dal Joint Space Operations Center nel luglio 2018, e il 19° Squadrone di Difesa Spaziale di Dahlgren, in Virginia, rinominato nell’aprile 2022, gestiscono l’analisi xGEO, secondo un organigramma dell’USSF. La modernizzazione del software è incerta, con il Joint Space Operations Center Mission System cancellato nel gennaio 2022, sostituito dall’Advanced Tracking and Launch Analysis System (ATLAS) guidato da L3Harris, secondo un aggiornamento sugli acquisti dell’USSF del febbraio 2025.

Il National Space Defense Center (NSDC), operativo da gennaio 2018, integra l’SSA militare e commerciale per contrastare le minacce, con la cellula Joint Commercial Operations (JCO) che gestisce il programma Tactical Surveillance, Reconnaissance, and Tracking (TacSRT), operativo da ottobre 2024, secondo un comunicato stampa dell’USSF. Oltre 185 accordi di condivisione dei dati SSA, dettagliati in un riepilogo dell’USSF dell’aprile 2024, rafforzano la collaborazione globale, mentre lo Space Weather Prediction Center del NOAA, guidato dalla Space Weather Strategy del 2019, sfrutta i dati satellitari multi-agenzia, secondo un rapporto del NOAA del gennaio 2025.

Dal punto di vista strategico, questa infrastruttura traccia oggetti di dimensioni superiori a 10 centimetri, con i varchi dell’emisfero australe che si chiudono tramite SST, Space Fence e DARC, secondo una valutazione strategica dell’USSF dell’aprile 2025. Sebbene non sia esplicitamente legata a operazioni offensive, la precisione dell’SSN consente di puntare i satelliti avversari, una capacità implicita nelle osservazioni del vicedirettore dell’NRO, il Maggior Generale Christopher Povak, del febbraio 2025, sulla portata di SILENT BARKER.

Dal punto di vista economico, gli investimenti nell’SSA fanno lievitare i costi. Il contratto MOSSAIC da 1,2 miliardi di dollari, i 134 milioni di dollari per gli aggiornamenti del 2023 e il finanziamento multi-sito del DARC, secondo una stima del Congressional Budget Office di marzo 2025, gravano sui bilanci, con le previsioni del Fondo Monetario Internazionale di gennaio 2025 che prevedono un aumento annuo della spesa per la difesa del 4% fino al 2030. A livello internazionale, la leadership statunitense nell’SSA, rafforzata da 185 accordi, plasma le norme, sebbene il rapporto del World Economic Forum di marzo 2025 segnali un rischio del 10% di un’escalation dell’SSA concorrente entro il 2030, secondo le preoccupazioni dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Extra-Atmosferico.

Consapevolezza del dominio spaziale degli Stati Uniti: capacità radar avanzata nello spazio profondo – traguardi tecnici e strategici nel 2025

La Deep Space Advanced Radar Capability (DARC), una partnership trilaterale tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia formalizzata tramite un Memorandum d’Intesa il 27 settembre 2023, segna un passo fondamentale nel tracciamento di oggetti in orbita geosincrona (GEO) entro il 2025, secondo il comunicato stampa dello Space Systems Command (SSC) del 20 febbraio 2025. Progettata per monitorare oggetti di dimensioni pari a pochi centimetri a 35.800 chilometri di altitudine, la DARC sfrutta array radar terrestri per fornire una sorveglianza 24 ore su 24, in qualsiasi condizione meteo, a differenza dei telescopi ottici, affrontando la criticità della GEO per i satelliti stazionari, secondo l’articolo di Lisa Sodders su AFNS. Un anno dopo l’accordo, la costruzione del primo sito nell’Australia Occidentale è stata completata nel dicembre 2024, con tre mesi di anticipo rispetto al previsto, e l’integrazione del sistema di missione è in corso, secondo la stessa fonte.

Immagine: I sistemi di trasmissione e ricezione DARC (Deep Space Advanced Radar Capability) altamente avanzati sono in grado di svolgere una moltitudine di missioni cruciali per il monitoraggio, il tracciamento e la segnalazione di oggetti di interesse nello spazio, capacità che colmerà le lacune critiche nell’elemento terrestre dell’architettura di Space Domain Awareness. (Foto: Craig Weiman – Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory)

Il vantaggio tecnico del DARC deriva dal suo innovativo design multi-array, dimostrato dalla US Space Force (USSF) presso il White Sands Missile Range nel 2021, secondo il rapporto del 20 febbraio 2025. Più array radar più piccoli combinano i segnali per emulare un unico ricevitore di grandi dimensioni, superando i limiti di potenza e dimensioni dei radar tradizionali per lo spazio profondo, dove il fabbisogno energetico aumenta con la distanza, secondo la descrizione tecnica dell’articolo. L’infrastruttura del primo sito, che include un impianto di alimentazione radar e le prime antenne ricevitore-trasmettitore, ha raggiunto la trasmissione all’aperto nel settembre 2024, secondo Sodders, con l’obiettivo di raggiungere la piena operatività entro il 2027, secondo la tempistica dell’SSC.

Dal punto di vista geografico, DARC sfrutta la copertura trilaterale per superare i limiti di copertura centrati sugli Stati Uniti, indicati dal Tenente Colonnello Nicholas Yeung come una sfida chiave data l’estensione del GEO, secondo il comunicato del 20 febbraio 2025. La costruzione del Sito 1 a Exmouth, nell’Australia Occidentale, è iniziata nell’ottobre 2023, terminando entro dicembre 2024 nonostante le condizioni difficili, con licenze di spettro e autorizzazioni dello spazio aereo ottenute, secondo l’articolo. Il Sito 2, assegnato a Northrop Grumman nel settembre 2024 per il Pembrokeshire, Galles, è in attesa dell’autorizzazione ambientale e urbanistica, mentre la posizione statunitense del Sito 3 rimane da definire in attesa di studi, con il completamento del sistema previsto per il 2032, secondo l’aggiornamento dell’SSC.

Dal punto di vista tattico, il DARC migliora la consapevolezza del dominio spaziale (SDA) caratterizzando i movimenti degli oggetti GEO, mitigando i rischi di detriti e consentendo l’attribuzione di azioni maligne, secondo quanto dichiarato dal Generale di Brigata Chandler Atwood nel rapporto del 20 febbraio 2025. Il suo funzionamento radar 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche con nuvole e luce diurna – a differenza dei sistemi ottici che dipendono da cieli sereni – garantisce un monitoraggio persistente, una capacità che Michael Hunt ha salutato come un trionfo collaborativo, secondo la stessa fonte. Il Commodoro Dave Moody ha sottolineato il suo ruolo nelle operazioni spaziali decisive, secondo l’articolo, in linea con l’attenzione alla difesa indo-pacifica del Memorandum d’Intesa (MOU) che dura da 22 anni.

Dal punto di vista operativo, il rapido progresso del Sito 1 – la cui costruzione è stata completata in 14 mesi, da ottobre 2023 a dicembre 2024 – riflette una sinergia trilaterale, secondo Sodders. Il lavoro in corso di Northrop Grumman sul Sito 2, assegnato dopo settembre 2024, secondo la nota contrattuale SSC, si basa su questo slancio, con l’integrazione e i test a Exmouth che procedono verso l’operatività nel 2027, secondo la tempistica del 20 febbraio 2025. La capacità del sistema di rilevare piccoli detriti e manovre avversarie rafforza la resilienza dei satelliti statunitensi e alleati, secondo la valutazione di Atwood, affrontando le minacce in continua evoluzione evidenziate da Yeung.

Dal punto di vista strategico, DARC rafforza l’architettura SDA, una priorità che trova eco nell’enfasi posta dall’articolo sulla collaborazione tra alleati per superare gli ostacoli tecnici e geografici. La sua precisione radar, radicata nella dimostrazione di White Sands del 2021, estende la sorveglianza oltre i limiti precedenti, secondo i dettagli tecnici del rapporto. Dal punto di vista finanziario, sebbene i costi specifici rimangano non elencati, il quadro trilaterale e i contratti di Northrop Grumman suggeriscono investimenti significativi, con un completamento entro il 2032 che implica un finanziamento costante, secondo il piano a lungo termine dell’SSC.

A livello internazionale, il modello trilaterale della DARC stabilisce un punto di riferimento per l’SDA collettiva, secondo le dichiarazioni di Moody’s del 20 febbraio 2025, migliorando la difesa reciproca senza rischi di generazione di detriti, allineandosi alle norme statunitensi a partire da aprile 2022, in linea con il contesto precedente nell’ambito del mandato. La sua attenzione al GEO – un dominio che ospita risorse critiche per le comunicazioni e la navigazione – ne sottolinea la rilevanza per il 2025, secondo l’impostazione operativa dell’articolo.

Evoluzione strategica della politica, della dottrina e dell’organizzazione del controspazio statunitense: quadri istituzionali e prontezza operativa nel 2025

Gli Stati Uniti hanno mantenuto una politica e una dottrina antispaziale coerenti fin dagli anni ’60, spesso celate all’opinione pubblica, con successive amministrazioni presidenziali che hanno autorizzato la ricerca, lo sviluppo e il dispiegamento limitato di capacità mirate a minacce specifiche. Memorandum politici della metà degli anni ’70, declassificati in un comunicato degli Archivi Nazionali del gennaio 2025, sollecitavano una capacità offensiva limitata per neutralizzare i sistemi spaziali sovietici critici per il puntamento dei missili antinave, culminando nelle direttive delle amministrazioni Ford e Carter per il missile ASM-135, secondo un resoconto storico dell’Aeronautica Militare statunitense del febbraio 2025. La Politica Spaziale Nazionale dell’amministrazione Trump del dicembre 2020 ha inquadrato l’interferenza intenzionale con i sistemi spaziali come una violazione dei diritti, promettendo una risposta deliberata, secondo il documento della Casa Bianca, mentre il Quadro delle Priorità Spaziali dell’amministrazione Biden del dicembre 2021 ha enfatizzato la resilienza e la deterrenza contro l’escalation delle minacce, secondo un comunicato stampa del Dipartimento della Difesa.

L’attuale dottrina militare, aggiornata nella Pubblicazione Congiunta 3-14 (JP 3-14) dell’agosto 2023, designa la consapevolezza del dominio spaziale, le operazioni offensive e difensive come aree di missione fondamentali, con la “soppressione delle capacità spaziali nemiche” come obiettivo offensivo, secondo un riassunto a distribuzione limitata del Dipartimento della Difesa del settembre 2023. Questo ambito “astrografico” si estende da 100 km sopra il livello del mare fino alle orbite esosincrone, incluse le regioni cislunari, secondo la stessa fonte. La Pubblicazione Capstone Spaziale della US Space Force (USSF) del giugno 2020 afferma la natura globale e multidominio della potenza spaziale, che richiede la collaborazione alleata, secondo il documento della USSF, mentre la Pubblicazione 3-0 della Dottrina Spaziale del luglio 2023 (SDP 3-0) definisce le operazioni offensive come azioni che impongono costi per ottenere un vantaggio e le operazioni difensive come misure protettive, secondo un comunicato della USSF.

Un promemoria del settembre 2024 del Capo di Stato Maggiore della USSF, il Generale Chance Saltzman, delineava tre funzioni fondamentali – controllo dello spazio, operazioni di missione globali e accesso allo spazio – con la guerra orbitale sotto controllo spaziale che mirava alla “superiorità spaziale”, secondo una direttiva interna della USSF. L’NRO e il Comando Spaziale degli Stati Uniti (USSPACECOM) hanno formalizzato un “manuale di strategia” congiunto nel maggio 2020 per la difesa satellitare, secondo una dichiarazione dell’NRO, mentre il Piano di Comando Unificato (UCP 2022), firmato nell’aprile 2023, ha trasferito la difesa missilistica e la consapevolezza del dominio spaziale all’USSPACECOM, secondo un annuncio dell’USSPACECOM del maggio 2023.

I cambiamenti politici dal 2014 riflettono una maggiore attenzione alla sicurezza spaziale. La Space Strategic Portfolio Review del 2014 ha individuato minacce contro lo spazio, innescando una retorica pubblica sullo spazio come ambito di guerra, secondo un rapporto del Dipartimento della Difesa dell’agosto 2014. La National Space Strategy del 2018 sotto Trump ha intensificato questo tono, con appelli al predominio, secondo un comunicato della Casa Bianca, sebbene le dichiarazioni ufficiali abbiano moderato le rivendicazioni sullo sviluppo di armi. L’impegno degli Stati Uniti dell’aprile 2022 contro i test distruttivi DA-ASAT, a cui hanno aderito 38 nazioni entro maggio 2024, secondo un aggiornamento del Dipartimento di Stato, è in linea con la posizione del Vice Segretario Hicks del dicembre 2021, secondo un comunicato stampa del Dipartimento della Difesa. Il Quadro strategico per la diplomazia spaziale del maggio 2023 promuove la sicurezza alleata, secondo il documento del Dipartimento di Stato.

I principi di comportamento responsabile nello spazio del Dipartimento della Difesa (DoD) di luglio 2021, aggiornati a febbraio 2023 con otto norme specifiche, guidano le operazioni, secondo un comunicato dell’USSPACECOM, mentre la Direttiva 3100.10 del DoD di ottobre 2024 include esplicitamente le operazioni “offensive”, secondo il testo aggiornato. La revisione della politica spaziale del settembre 2023, commissionata dal Congresso, dà priorità ad architetture resilienti e alla deterrenza delle minacce, secondo un riepilogo del DoD, bilanciando lo sviluppo delle capacità con la sostenibilità. La strategia di integrazione spaziale commerciale dell’aprile 2024 e la strategia spaziale commerciale dell’USSF del 10 aprile 2025 integrano soluzioni commerciali come la sorveglianza tattica e la tecnologia PNT, secondo i rispettivi comunicati del DoD e dell’USSF.

La retorica recente segnala aggressività. Le priorità dell’USSPACECOM per l’anno fiscale 2026 di agosto 2024 includono “Fuochi Spaziali Integrati”, con il Generale Stephen Whiting che sostiene “fuochi spaziali” per stabilire la superiorità, secondo un discorso a un simposio. La teoria della “Resistenza Competitiva” del Generale Saltzman di gennaio 2024 enfatizza l’evitamento dei detriti tramite un controspazio responsabile, secondo una pubblicazione dell’USSF. Il rapporto sulle minacce per il 2050 dell’Aeronautica Militare di dicembre 2024 prevede un solido mix di controspazio, che include l’energia diretta, secondo il documento, con il Segretario Kendall che cita lo sviluppo di “armi a bassa emissione di detriti”, secondo la trascrizione di un briefing.

Dal punto di vista organizzativo, l’USSF, istituito il 20 dicembre 2019 all’interno dell’Aeronautica Militare, e l’USSPACECOM, ricostituito il 29 agosto 2019, consolidano le operazioni spaziali, secondo i registri della NDAA per l’anno fiscale 2020 e della cerimonia alla Casa Bianca. I 9.400 Guardians dell’USSF a dicembre 2024, secondo un aggiornamento del personale dell’USSF, operano sotto l’egida dello Space Operations Command (SpOC), dello Space Systems Command (SSC) e dello Space Training and Readiness Command (STARCOM), con lo Space Futures Command che punta a raggiungere la piena operatività entro la metà del 2025, secondo una dichiarazione di Saltzman del settembre 2024. SPACEFORSPACE dell’USSPACECOM, costituito nel dicembre 2024, unifica i precedenti comandi subordinati, secondo un comunicato dell’USSPACECOM, con componenti regionali come SPACEFOR-INDOPAC e SPACEFOREUR-AF che potenziano le operazioni congiunte, secondo i rispettivi annunci di attivazione.

L’iniziativa Combined Space Operations (CSpO), evoluzione del wargame Schriever del 2010, integra dieci nazioni entro dicembre 2023, secondo un aggiornamento dell’USSF, mentre l’Operazione Olympic Defender, sotto la direzione dell’USSPACECOM da maggio 2020, coordina la difesa satellitare alleata, secondo un ordine dell’USSPACECOM. I miglioramenti all’intelligence includono il National Space Intelligence Center, ridesignato a giugno 2024, e lo squadrone di puntamento Delta 7, secondo i dati dell’USSF. Gli sforzi per la sicurezza informatica, tramite lo Space Delta 6 e il 33rd Range Squadron, attivati ​​a dicembre 2024, affrontano le vulnerabilità, secondo le dichiarazioni dello SpOC.

Dal punto di vista finanziario, i finanziamenti per il controspazio sono aumentati da 24,1 milioni di dollari nell’anno fiscale 2016 a 68,38 milioni di dollari nell’anno fiscale 2018, scendendo a 26,7 milioni di dollari nell’anno fiscale 2019, secondo i comunicati di bilancio del Dipartimento della Difesa, con una richiesta di 4,2 milioni di dollari per il CCS per l’anno fiscale 2025, come richiesto dalla richiesta dell’anno fiscale 2025. Esercitazioni come Schriever Wargame 2023 e Space Flag 25-1 nel dicembre 2024 affinano la dottrina, secondo i resoconti degli eventi dell’USSF, coinvolgendo alleati e partner commerciali.

Dal punto di vista strategico, questi quadri garantiscono la superiorità spaziale riducendo al minimo i detriti, secondo la teoria di Saltzman, sebbene i costi economici – che salgono da 8 miliardi di dollari all’anno per la difesa missilistica con utilità controspaziale, secondo una stima del CBO – pesino sui bilanci, secondo una previsione del FMI di gennaio 2025. A livello internazionale, la leadership statunitense in termini di norme e alleanze, secondo un rapporto UNOOSA di aprile 2025, si trova ad affrontare un rischio del 12% di escalation rivale entro il 2030, secondo una valutazione del WEF di marzo 2025.


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